mercoledì 8 giugno 2022
I cimiteri russi si apprestano a diventare più affollati. Nelle ultime settimane è stato registrato un aumento abnorme della richiesta di lotti di sepoltura che porta all’ipotesi più dolorosa...
Il recupero dei corpi di soldati russi uccisi nell'area di Kharkiv

Il recupero dei corpi di soldati russi uccisi nell'area di Kharkiv - Ansa

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I cimiteri russi si apprestano a diventare più affollati. Nelle ultime settimane è stato registrato un aumento abnorme della richiesta di lotti di sepoltura che porta all’ipotesi più dolorosa di tutte: sono le future tombe dei soldati che hanno perso la vita in Ucraina. La richiesta arriva da diverse autorità regionali, che hanno prenotato centinaia di fosse funebri. Cifre moltiplicate anche di cinque volte rispetto alla norma. L’aspetto più inquietante è che non viene resa nota la motivazione. Secondo il sito investigativo russo Mozhem Obyasnit accoglieranno le spoglie dei soldati russi morti in Ucraina. Sepolti in fretta, senza nessuno che li pianga, spesso anche senza che si sia risaliti alla loro identità.

Le autorità regionali, solitamente, si occupano delle sepolture dei più sfortunati, quelli che muoiono senza parenti o provenienti da famiglie che non possono permettersi il funerale. Questa volta, alle loro competenze se ne è aggiunta una ancora più atroce. Ad avvalorare questa ipotesi c’è il fatto che le richieste di sepoltura coincidono nelle regioni dove l’arruolamento è stato più sostenuto. La regione di Khabarovsk, nell’estremo est del Paese, ha chiesto la creazione di 700 siti funerari, quando negli ultimi cinque anni ne ha acquistati 120. A Krasnoyarsk, in Siberia, le autorità regionali hanno ordinato 100 fosse funebri da qui a fine anno. Richieste simili sono arrivate anche dalla città di Kopeysk, nella regione degli Urali e dalla Repubblica nord-occidentale della Carelia per un’ottantina di posti in totale. Ci sono poi altre località, come Murmansk, la “capitale” dell’Artico, che non hanno dato numeri ufficiali, ma reso noto alle autorità cimiteriali che avranno bisogno nuovi slot nel corso dei prossimi mesi.

Secondo Mozhem Obyasnit, al momento ci sono centinaia di corpi, quelli che almeno torneranno a casa e non sono stati abbandonati in Ucraina, conservati nei frigoriferi che si trovano sui cosiddetti “treni della morte”. Si tratta di un metodo che Mosca adotta per centellinare le perdite, rimandandole in patria a piccoli gruppi, per camuffare così la reale entità.

Sul numero di soldati russi morti al fronte, da mesi è in atto una guerra di cifre, combattuta sulla pelle delle famiglie dei militari. Da una parte Mosca, che ha mostrato poca trasparenza nelle operazioni di reclutamento e nelle comunicazioni con le famiglie dei militari. Dall’altra Kiev, che dai primi giorni di guerra ha parlato di cadaveri appartenenti a ragazzi di 18-20 anni abbandonati sul campo senza documenti per non farli riconoscere o bruciati con appositi forni crematori mobili per fare perdere le loro tracce e non farli rientrare nel computo ufficiale delle perdite.

Stando ai calcoli dei media russi indipendenti, che però si basano su fonti aperte, quali social media o testimonianze dei parenti, i caduti al fronte a fine maggio erano 3.043. Una cifra alta, ma molto meno delle stime del ministero della Difesa inglese, che parla di 15mila soldati uccisi e soprattutto di quelle ucraine, secondo le quali i morti russi sarebbero 30mila.

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