venerdì 24 agosto 2012
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Il Pakistan raramente appare nelle cronache e nelle statistiche del traffico di organi clandestino. Se i giganti confinanti, come India e Cina, sono tra le nazioni più colpite da questa realtà terribile – spesso occultata da connivenze e interessi  a cui spesso non è estranea la politica ufficiale –, il grande Paese islamico non è immune da certi fenomeni. E la sorte del giovane e sfortunato Suneel è tutt’altro che rara. Con una differenza sostanziale: la maggior parte dei casi conosciuti di espianti forzati, e di conseguenza un numero forse anche maggiore di casi mai portati alla luce, riguardano organi esportati in altri Paesi, dove esistono strutture, capacità e potenziali acquirenti. Uno dei paradossi del Pakistan, dove se il radicalismo accentua fenomeni di sfruttamento antico verso le fasce meno tutelate della popolazione, i dettami religiosi costringono nella clandestinità certi fenomeni. Corruzione, connivenze e anche disinteresse espongono soprattutto i minori al pericolo di diventare preda di criminali, manovalanza del traffico di esseri umani e di organi espiantati.A renderlo possibile anche la realtà di un Paese per molti aspetti ancora feudale, dove vaste aree sono sotto il controllo di capi tribali, potenti latifondisti e interessi legati a potenti gruppi criminali a loro volta collegati con organizzazioni transnazionali.La “scomparsa” di un gran numero di bambini preoccupa governo e organizzazioni non governative. A maggior ragioni in concomitanza con eventi eccezionali. Sono stati in molti – anche in ambito cattolico – a denunciare la scomparsa di migliaia di minorenni durante le disastrose alluvioni che hanno devastato un terzo del Paese nel 2010. Altri episodi, anche se spesso scarsamente documentati, sono anche registrati nelle aree di conflitto, come nelle aree depresse delle sue metropoli e anche in insospettabili situazioni di vicinato.Tra i casi più recenti portati allo scoperto dai mass media, quello della cittadina di Vehari, nella provincia del Punjab, dove la denuncia da parte del padre di un bambino scomparso alla fine di luglio ha portato alla scoperta e all’arresto dei membri di una banda di abitanti dei dintorni, parte di una stessa famiglia, che – hanno accertato le indagini – avevano rapito cinque bambini in villaggi vicini per espiantarne gli organi.All’unico cadavere finora ritrovato, quello di una bambina in parte carbonizzata, erano stato tolti gli occhi ed altri organi.
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