giovedì 3 dicembre 2020
I tre giovani attivisti del movimento per la democrazia salgono su un mezzo delle forze dell’ordine al Lai Chi Kok Reception Center di Hong Kong
I tre giovani attivisti del movimento per la democrazia salgono su un mezzo delle forze dell’ordine al Lai Chi Kok Reception Center di Hong Kong

I tre giovani attivisti del movimento per la democrazia salgono su un mezzo delle forze dell’ordine al Lai Chi Kok Reception Center di Hong Kong - Ansa

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Joshua Wong, 24 anni: un anno, un mese e due settimane di carcere. Agnes Chow-ting, 23 anni: dieci mesi. Ivan Lam Long-yin, 26 anni: sette mesi. Il momento che tutti si aspettavano (e temevano) è arrivato: la resa dei conti. E la 'giustizia' di Hong Kong – ma dietro c’è l’ombra neanche tanto velata di Pechino – ha scelto la linea dura, brandendo l’arma della nuova legge sulla sicurezza nazionale: il carcere. Decapitando simbolicamente il movimento che si batte per i diritti civili nell’ex colonia britannica, a partire dal volto più conosciuto e battagliero della protesta, quello di Wong.

I tre attivisti sono stati condannati per le proteste davanti alla centrale di polizia di Wan Chai, sull’isola di Hong Kong, il 21 giugno dello scorso anno, in cui si erano verificati episodi di vandalismo, ma senza scontri con le forze dell’ordine. I tre imputati si erano già dichiarati colpevoli il 23 novembre scorso e hanno atteso la sentenza in custodia cautelare. «Ci attendono giorni duri, ma resisteremo», ha dichiarato Wong dopo aver ascoltato la sentenza. E ha aggiunto: «Non è la fine della battaglia. Ci uniamo alla lotta in prigione con molti altri coraggiosi manifestanti, meno visibili ma essenziali nella lotta per la democrazia e la libertà a Hong Kong». Wong, Chow e Lam sono tutti ex membri del gruppo politico Demosisto, che è stato sciolto poche ore prima che Pechino imponesse la legge sulla sicurezza, lo scorso mese di giugno, per timore che potesse essere preso di mira dalle autorità.

Per l’attivista Sunny Cheung la condanna di Wong è una ferita gravissima per tutto il movimento per la democrazia: «Si tratta di una una grande perdita per la società civile. Denota anche il fatto che Hong Kong sta entrando in una nuova fase, in un periodo sempre più buio buio, che richiede un cambiamento strategico per continuare la lotta per la democrazia» ad Hong Kong.

Dure le condanne a livello internazionale. Amnesty International ha bollato la sentenza come «un avvertimento a chiunque osi criticare apertamente il governo. Questi tre attivisti sono stati condannati in violazione della loro libertà di espressione e di assemblea pacifica. Le sentenze dovrebbero essere annullate». Il Congresso Usa ha espresso grande preoccupazione. Il ministro degli esteri britannico Dominic Raab ha esortato le autorità di Hong Kong e Pechino a interrompere le loro campagne per soffocare l’opposizione. La portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Maria Adebahr ha parlato di «un tassello di una serie di sviluppi preoccupanti sui diritti umani e civili».

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