mercoledì 15 febbraio 2012
E' di almeno 350 vittime il bilancio provvisorio di un terribile incendio divampato nel carcere di Comayagua in Honduras. Nel penitenziario, che ha capienza di 450 detenuti, ce n'erano 850.​ Le autorità escludono che all'origine del rogo ci sia stata una rivolta.
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Almeno 350 persone sono morte in seguito a un incendio scoppiato in Honduras nel carcere di Comayagua, circa 75 chilometri a nord della capitale Tegucigalpa. Secondo quanto dichiarato dal tenente dei vigili del fuoco Josuè Banegas al quotidiano La Tribuna, ci sono più di 350 persone morte asfissiate e carbonizzate nelle celle. Nel carcere, che ha una capienza di 450 detenuti, c'erano circa 850 reclusi.Sono due le possibili cause dell'incendio al vaglio degli inquirenti: da un lato che il rogo possa essere stato provocato da un detenuto, dall'altro l'ipotesi di un cortocircuito. Si tende a escludere che all'origine ci possa essere stata una rivolta. "La polizia penitenziaria - ha spiegato il direttore del carcere Danilo Orellana - ha aiutato i detenuti ad uscire. Le indagini sono in una fase molto preliminare".Si tratta della più grossa tragedia mai avvenuta nelle prigioni dell'America Latina nell'ultimo quarto di secolo, secondo quanto riporta la stampa locale. Un tragico precedente in Honduras si era registrato nel maggio 2004, quando in un incendio nel carcere di San Pedro Sula, nel nord del Paese, morirono 107 detenuti. Tra gli altri episodi più gravi avvenuti nelle prigioni nell'America Latina, spesso conseguenza di rivolte, si ricordano i 250 morti nel giugno 1986 in tre carceri di Lima, per disordini organizzati dalle organizzazioni terroristiche del Sendero Luminoso e dei Tupac Amaru.
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