mercoledì 22 agosto 2012
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​Dal giorno del suo arrivo all’Eliseo, François Hollande detiene un record che difficilmente i futuri leader socialisti potranno eguagliare. Mai, nella storia della Quinta Repubblica, un presidente targato Ps aveva preso il timone di una Francia interamente colorata di rosa a tutti i livelli amministrativi. In 14 anni di potere (1981-1995), François Mitterrand aveva infatti dovuto fronteggiare sempre organi istituzionali politicamente avversi. Attualmente, accanto all’Eliseo, il Ps può contare soprattutto sulla maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale, la Camera bassa depositaria di gran parte del potere legislativo. Per varare le riforme, i socialisti non dovranno ricorrere ai propri alleati ufficiali o potenziali: dai Verdi, ai radicali del Fronte della Gauche. Inoltre, dopo un lungo predominio storico del centrodestra, è ormai in mano al Ps pure il Senato, che in Francia non è una camera deliberante, ma può comunque assumere un ruolo d’ostruzione rispetto all’Assemblée. Le ultime elezioni intermedie dell’era Sarkozy hanno consegnato alla sinistra anche le principali amministrazioni locali: le grandi città, tutte le regioni della Francia metropolitana ad eccezione dell’Alsazia e 58 dipartimenti, contro i 42 in mano all’opposizione. Del resto, nel centrodestra, è uno dei maggiori rimproveri che vengono mossi oggi all’ex presidente neogollista. L’estrema impopolarità interna di Sarkozy ha provocato una sorta di effetto valanga, spianando la strada a una nuova generazione di dirigenti di sinistra. La Francia corre dunque un serio rischio egemonico o di forte distorsione del pluralismo democratico? Il dibattito è aperto e pare quasi risibile l’argomento di chi sottolinea che il Ps è a sua volta diviso al suo interno in varie correnti. Fra l’altro, in proposito, anche il centrodestra riconosce ormai volentieri ad Hollande il merito politico di aver saputo imbrigliare i diversi clan di un partito che nel 2007, al momento dell’arrivo di Sarkozy all’Eliseo, molti consideravano condannato a imminenti scissioni. Da settimane, il Ps sfoggia inoltre l’intesa apparentemente perfetta fra Hollande e il premier Jean-Marc Ayrault, ben diversa dalla dialettica talora ruvida ai vertici dell’esecutivo dell’ex coppia neogollista Sarkozy-François Fillon. A livello istituzionale, l’unico autentico limite allo “strapotere rosa” riguarda la possibilità di revisione della Costituzione: alla sinistra, sfugge infatti di poco la maggioranza qualificata dei tre quinti del Parlamento. Ma in un simile quadro, in ogni caso, solo un’opinione pubblica energica e vigile, secondo gli esperti, potrà arginare ogni futuro rischio di derive.
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