giovedì 23 luglio 2020
Le Nazioni Unite chiedono che uno stipendio temporaneo venga garantito a 2,7 miliardi di indigenti perché possano rimanere a casa e salvarsi dalla pandemia anziché dover lavorare. L'appello del Papa
Volontari preparano sacchetti con gli aiuti per le fasce più deboli della popolazione a Melville (Johannesburg) in Sudafrica

Volontari preparano sacchetti con gli aiuti per le fasce più deboli della popolazione a Melville (Johannesburg) in Sudafrica - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Con parole che in parte ripercorrono i temi lanciati nell’appello di Papa Francesco, in occasione della Pasqua, per un salario universale di base agli esclusi dal sistema dell'economia formale e rovinati anche dalla crisi coronavirus, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite ha lanciato di nuovo l'idea che un reddito minimo mensile potrebbe proteggere le fasce più deboli dalla pandemia.

"Un’epoca senza precedenti comporta misure sociale e economiche straordinarie”, ha dichiarato Achim Steiner, amministratore del programma dell’Onu, “I piani di aiuto non possono concentrarsi soltanto sui grandi mercati e le aziende più importanti”. La relazione, intitolata “Un salario minimo temporaneo: proteggere i poveri e i vulnerabili nei paesi in via di sviluppo”, calcola che ci vorrebbero almeno 172 miliardi di euro al mese, 199 miliardi di dollari per garantire uno stipendio di base ai 2,7 miliardi di persone che vivono sotto o appena sopra la linea della povertà in 132 Paesi. Il rapporto conclude che è possibile avviare questa nuova misura per contenere il coronavirus ed è, anche, assolutamente indispensabile se si calcola che la pandemia, in questo momento, si diffonde a un tasso di 1,5 milioni di nuovi casi per settimana,

Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove sette lavoratori su dieci si guadagnano da vivere in mercati informali e non riescono a guadagnare nulla se rimangono a casa. I più colpiti dalla crisi attuale, sempre secondo il rapporto, sono spesso persone non registrate per sussidi e sanità, donne pagate male, giovani, rifugiati e migranti e portatori di handicap.

Uno stipendio temporaneo darebbe loro i mezzi per comprarsi del cibo e pagare per assistenza sanitaria e istruzione. La nuova misura è anche conveniente economicamente secondo l’Onu. Tre le opzioni suggerite ci sono miglioramento dei redditi già esistenti e trasferimento di somme di denaro. L’appello lanciato dall’Onu ripete un’iniziativa analoga lanciata per l’America Latina e riprende il videomessaggio dello scorso dicembre nel quale Papa Francesco e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si impegnavano insieme al servizio dei più deboli come migranti e emarginati.

Il rapporto del programma di sviluppo dell'Onu suggerisce, come modo per i paesi per finanziare un salario minimo temporaneo, di usare, per questo scopo, miliardi di dollari che verrebbero altrimenti spesi per finanziare il debito pubblico. Lo scorso aprile il gruppo dei G20 ha concordato una sospensione dei pagamenti dei debiti, per i paesi più poveri, fino alla fine dell'anno ma il segretario Onu Antonio Guterres ha chiesto che la misura venga estesa a tutti i paesi in via di sviluppo e anche a quelli dove prevalgono redditi di livello medio. Si tratta di misure difficili da implementare dal momento che soltanto 42 dei 73 paesi interessati hanno dimostrato interesse fino ad ora.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: