venerdì 5 giugno 2020
Si rialza la tensione a Caracas. La sede diplomatica smentisce la dichiarazione del ministro di Maduro sul capo dell'opposizione
Il leader dell'opposizione venezuelana, Juan Guaidó, si sarebbe rifugiato nell'ambasciata francese a Caracas

Il leader dell'opposizione venezuelana, Juan Guaidó, si sarebbe rifugiato nell'ambasciata francese a Caracas - Reuters

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Stavolta è stato il ministro degli Esteri, Jorge Arreaza. In un'intervista, il capo della diplomazia di Caracas ha detto che il leader dell'opposizione, Juan Guaido, sarebbe rifugiato nell'ambasciata di Francia. «Non possiamo entrare nei locali dell'ambasciata di nessun Paese, in questa caso Spagna o Francia» e per questo «l'arresto non è possibile», ha detto Arreaza. Tre giorni fa, era stato Maduro ad accusare il rivale di «nascondersi» in una sede diplomatica straniera. Affermazione immediatamente smentita da Guaido: «Sono al mio posto», aveva risposto a Maduro su Twitter, «con il popolo, cosa che tu non puoi fare». Stavolta, la dichiarazione di Arreaza è stata smentita dalla stessa ambasciata francese.

Maduro e la sua amministrazione definiscono Guaidò «latitante», anche se non si sa di un mandato di arresto contro di lui. Anzi, appena due giorni, governo e opposizione hanno firmato un accordo - fatto alquanto inedito - per la gestione congiunta della pandemia e la comune richiesta di aiuto all'Organizzazione panamericana di Salute. Fatto che ha creato tensione nei settori radicali dei rispettivi schieramenti. Da qui il sospetto, profilato da molti analisti, che le accuse di essere protetto dall'ambasciata sia una sorta di giustificazione per il mancato arresto di Guaidò, nonostante lo stesso governo lo ritenga coinvolto in un progetto di invasione, fallita, per destituire Maduro. Reali sono, invece, le tensioni diplomatiche tra Parigi e Caracas. Dai primi di maggio, la polizia venezuelana ha iniziato a sorvegliare la strada dove vive l'ambasciatore francese e, nella residenza, le forniture di acqua ed elettricità sono state interrotte. Questi problemi «influenzano il normale funzionamento della nostra rappresentanza diplomatica», ha detto il ministero degli Esteri di Parigi

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