mercoledì 25 luglio 2018
In azione anche due Canadair italiani nella regione di Atene devastata dai roghi. Cancellata la località turistica di Mati
Vigili del fuoco e volontari cercano di estinguere un incendio a Verori, vicino a Loutraki, nel Peloponneso (Ansa)

Vigili del fuoco e volontari cercano di estinguere un incendio a Verori, vicino a Loutraki, nel Peloponneso (Ansa)

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Opereranno oggi anche due Canadair dei Vigili del fuoco italiani in Grecia, con la regione di Atene devastata dagli incendi: si temono più di 100 morti, in quelli che vengono considerati roghi dolosi. Il bilancio ufficiale è di 80 vittime accertate e almeno 550 feriti, tra cui 16 bimbi in gravi condizioni. Non risultano italiani irreperibili, fa sapere la Farnesina esprimendo preoccupazione e sostegno alla Grecia.

I cadaveri sono stati rinvenuti tutti nella zona tra Rafina e Nea Makri, in particolare a Mati e Kokkino Limanaki. Mentre continua la ricerca dei sopravvissuti. Almeno 1.500 le abitazioni distrutte. Il governo di Alexis Tsipras ha dichiarato lo stato di emergenza e ha proclamato, martedì, tre giorni di lutto nazionale.

«Ho visto cadaveri, auto bruciate, mi sento fortunata ad essere viva. Mati non esiste nemmeno più come insediamento». È la testimonianza di una donna sopravvissuta agli incendi alla tv greca Skai, ripresa dai media internazionali. Mati è una località turistica costiera nella regione di Rafina, a circa 40 chilometri a nord-est di Atene. Qui molti sono morti intrappolati nelle loro case o nelle auto, nel tentativo di fuggire. Com'è avvenuto a Kokkino Limanaki, dove risultano anche persone annegate nella vana ricerca di salvarsi via mare.

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A migliaia, con i corpi neri dalla fuliggine, si sono riversati sulle spiagge o sono saliti su imbarcazioni per sfuggire alle fiamme. Navi militari sono state dislocate lungo le coste delle zone colpite da incendi, per evacuare via mare la gente intrappolata dai roghi. Particolare impressione ha suscitato il ritrovamento di 26 corpi senza vita a Argyra Akti, a Mati, ad appena 15 metri dal mare. Si tratta di adulti e bambini rimasti intrappolati su una scogliera, nelle vicinanze di un ristorante molto frequentato. I corpi sono stati ritrovati abbracciati l'uno all'altro, secondo quanto riferito dai media greci. Nello stesso punto sono state trovate decine di automobili carbonizzate.

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Cinque persone che si erano gettate in mare per sfuggire agli incendi che le avevano circondate nei pressi di Rafina, a nord di Atene, sono state salvate da una nave traghetto.

Martedì mattina, hanno riferito i pompieri, c'erano ancora 3 incendi in corso nella regione dell'Attica, ma altri roghi minacciano Corinto, il Peloponneso e l'isola di Creta. A rendere difficile il lavoro dei vigili del fuoco è il forte vento.

Il portavoce del governo, Dimitris Tzanakopulos, ha annunciato l'arrivo di Canadair dalla Spagna e di volontari da Cipro.

L'arcivescovo di Atene: espansione abitativa senza controllo

«Un vero inferno. È una carneficina». Non usa altri termini l'arcivescovo di Atene e presidente dei vescovi cattolici greci, Sebastianos Rossolatos, per parlare degli incendi. «Il bilancio delle vittime e dei feriti aumenta di ora in ora. L'intensità e la vastità degli incendi - dice al Sir l'arcivescovo, in questi giorni a Siros ma in continuo contatto con la capitale - rischiano di provocare una vera e propria carneficina. Preghiamo per tutti coloro che hanno perso la vita, che sono rimasti feriti e privi di tutto. Un pensiero particolare vorrei rivolgerlo anche ai tanti che si stanno prodigando nei soccorsi mettendo a rischio la propria vita». «Questi fatti - sottolinea monsignor Rossolatos - devono farci interrogare sul rispetto dell'ambiente che passa anche attraverso il rispetto delle regole. Non ci può essere, infatti, una espansione abitativa senza controllo e senza la necessaria autorizzazione. Disastri come questi - conclude - trovano le loro cause anche nell'azione indiscriminata dell'uomo».

Emergenza incendi anche in Svezia

Soccorsi europei stanno affluendo anche in Svezia, dove da giorni si combatte contro le fiamme, con alcuni dei peggiori incendi boschivi che il Paese abbia mai visto. Dopo l'appello all'Ue lanciato da Stoccolma, Francia, Germania e Danimarca hanno inviato oltre 100 persone mentre la Polonia ne ha inviate 139 insieme a un gruppo di autopompe. Anche l'Italia ha messo a disposizione due Canadair, così come il Portogallo, mentre elicotteri sono arrivati da Norvegia, Germania e Lituana.

Martedì mattina c'erano ancora 27 incendi in corso e le autorità hanno avvertito che la situazione resta molto seria, in particolare nel sud della Svezia e intorno a Stoccolma. Le previsioni indicano che le temperature resteranno sui 30 gradi per tutta la settimana ma pioggia è attesa durante il fine settimana.

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