sabato 28 settembre 2013
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La Grecia dilaniata dalla crisi e in lotta per evitare l’uscita dall’euro, rischia elezioni straordinarie e la causa di questa destabilizzazione è il partito di estrema destra Alba Dorata. La formazione xenofoba, entrata in Parlamento alle ultime consultazioni per la prima volta nella storia del Paese, ha infatti minacciato il ritiro dei suoi 18 deputati. La motivazione del gesto è il ritrovamento da parte della polizia di alcune prove del coinvolgimento di alcuni militanti nell’omicidio del rapper anti-fascista Pavlos Fyssas, ucciso il 18 settembre scorso a pugnalate sotto gli occhi della fidanzata. Il suo assassinio ha avuto una grandissima eco nel Paese.

Un nuovo problema per il conservatore Antonis Samaras, alla guida del sempre più fragile esecutivo di salvezza nazionale e che potrebbe ricevere il colpo di grazia proprio da Alba Dorata. Le elezioni straordinarie dovranno essere ripetute in tutti i collegi dove la formazione si era presentata. In pratica l’Ellade rischia il terzo voto in poco più di un anno, con il risultato che la Grecia rischia di ritrovarsi senza governo.Il leader di Alba Dorata lo sa fin troppo bene e per questo batte i pugni sul tavolo. «Se il Paese – ha dichiarato – entra in una spirale di instabilità, saranno responsabili quelli che demonizzano Alba Dorata, non noi». Intanto, appena due giorni fa, una trentina di persone armate di spranghe sono entrate nella sede del settimanale Protothema e l’hanno devastata. La colpa della rivista era stata quella di aver pubblicato foto del rapper morente.

La tensione sale e secondo molti nell’Ellade si è in pieno allarme democrazia. Negli ultimi 15 mesi si sono verificate almeno 300 aggressioni a sfondo razziale con un bilancio drammatico di 4 morti e 400 feriti. Ci sono poi gli atti di violenza ai danni di lavoratori stranieri non denunciati alla polizia, che in tre anni sarebbero arrivati addirittura a 900. Su 281 casi di violenza almeno 71 sono da addebitare ad Alba Dorata, altre 45 sarebbero state perpetrate niente meno che da agenti e funzionari della Elas, la polizia greca.

Secondo uno studio condotto dall’ufficio del Mediatore Europeo Calliope Spanou, l’impunità e la mancanza di azione da parte delle autorità statali stanno determinando un deterioramento della coesione sociale della nazione. Giudizio pesante anche da parte del centro Demos-Europa, secondo il quale la democrazia in Grecia sta arretrando davanti a minacce eversive. A incidere negativamente sono la corruzione nel mondo politico, le protezioni di cui gode Alba Dorata negli ambienti della polizia, forse ora anche in quelli dell’esercito. E l’allarme sale. Qualche giorno fa un giudice ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per un comunicato apparso su un sito di riservisti, che chiedeva le dimissioni del governo e del presidente della Repubblica per mettere il Paese sotto la tutela delle Forze armate, evocando tristi fantasmi del passato greco. Storie di fanatismo e degenerazione nella patria della democrazia, dove la crisi economica, che dura ormai dal 2008, dopo aver sconvolto il sistema finanziario e del lavoro, adesso sta minando anche il suo assetto sociale.

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