mercoledì 27 ottobre 2021
A pochi giorni dalla Conferenza di Glasgow un rapporto dichiara già la resa e fa slittare i tempi: l'impegno di finanziamenti globali annui verrà centrato solo nel 2023 e addirittura superato nel 202
Tutto è pronto all'Hydro, una delle sedi che ospiteranno a Glasgow la Cop26

Tutto è pronto all'Hydro, una delle sedi che ospiteranno a Glasgow la Cop26 - Ansa

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Più fondi ma non adesso. E' il senso del piano di "aggiustamento" dell'impegno finanziario da 100 miliardi di dollari all'anno promesso nel 2009 dai Paesi ricchi a quelli poveri per affrontare le sfide imposte dal cambiamento climatico ma non ancora realizzato. Stilato da Germania e Canada, su mandato della presidenza britannica di Cop26, il dossier pubblicato lunedì, a sei giorni dall'apertura della Conferenza Onu sul Clima di Glasgow, certifica "il rammarico" dell'impegno disatteso ma assicura che, alla luce dei "significativi progressi" previsti nel 2022, l'obiettivo verrà centrato nel 2023 e addirittura superato nel 2025.

La raccolta, ferma ai 79 miliardi di dollari del 2019, potrebbe in quattro anni arrivare a circa 120 miliardi.
È una buona notizia? Al di là delle previsioni, basate su stime dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il rapporto firmato da Jonathan Wilkinson e Jochen Flasbarth, ministri dell'Ambiente, rispettivamente, di Canada e Germania, sottolinea la necessità di ripristinare la fiducia (ormai erosa) che le nazioni povere hanno riposto in quelle più industrializzate in vista delle negoziazioni faccia a faccia che per due settimane, a partire dal 1° novembre, si terranno a Glasgow.

Pur accompagnate da rinnovata determinazione di Cop26 a muovere passi in avanti lungo una rotta "chiara", "trasparente" e "attendibile", le conclusioni del dossier non hanno convinto le associazioni ambientaliste schierate dalla parte del Sud del mondo per le quali l'uscita è un espediente dell'ultimo minuto tesa ad ammorbidire le rigidità che si prospettano al tavolo delle trattative.

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