lunedì 11 luglio 2016
Il primo discorso: «Faremo della Brexit un successo». Ma lei era pro Ue. Dopo il ritiro di Andrea Leadsom accelerato il passaggio di consegne con Cameron.
ANALISI L'unica superstite della classe politica di Giorgio Ferrari
Londra, Theresa May sarà premier mercoledì
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Il Regno Unito avrà un nuovo premier entro mercoledì sera. Lo ha annunciato il premier dimissionario David Cameron, parlando fuori dalla sua residenza ufficiale a Downing Street 10. Dopo il ritiro dalla corsa per la leadership dei Conservatori di Andrea Leadsom, Theresa May si avvia ad essere la prossima premier britannica nonché leader dei Tories. "Sono estremamente felice che Theresa May sia la prossima premier" del Regno Unito, ha detto Cameron, "è forte, competente ed è più che in grado di fornire la leadership di cui il nostro Paese ha bisogno nei prossimi anni. Avrà il mio pieno appoggio". Cameron si era dimesso il 24 giugno, all'indomani dello storico referendum sulla Brexit, l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, in cui i britannici avevano bocciato la linea europeista del premier. In un primo momento Cameron aveva parlato di un passaggio di consegne entro settembre, precisando che sarebbe stato il suo successore a intavolare i negoziati con Bruxelles per stabilire le condizione dell'uscita. Le pressioni dei vertici Ue e degli stessi britannici hanno portato poi ad una accelerazione del cambio ai vertici dei Conservatori e della stessa premiership britannica. Sarà dunque una donna a traghettare l'isola fuori dall'Europa. I commentatori già parlano di lei come della nuova Margareth Thatcher.IL PRIMO DISCORSO. "La Brexit è la Brexit e ne faremo un successo". È stata la prima cosa che ha detto, uscita davanti al Parlamento di Westminster, Theresa May. La mia campagna è stata basata su "tre punti", ha affermato. Come prima cosa, vi è "la necessità di una leadership forte e collaudata, in grado di guidarci in tempi di incertezza economica e politica, con la necessità di negoziare il miglior accordo per la Gran Bretagna nell'uscire dall'Ue e di forgiare per noi un nuovo ruolo nel mondo". Il secondo punto, ha proseguito, "è unire il Paese". Mentre il terzo è la necessità di "una nuova visione forte e positiva per il nostro Paese, una visione di un Paese che non lavora per pochi privilegiati ma per ciascuno di noi. Perché daremo alla gente maggior controllo sulle loro vite. E insieme costruiremo una Gran Bretagna migliore".ANALISI L'unica superstite della classe politica di Giorgio FerrariCHI È THERESA MAY. Theresa May, 60 anni a ottobre, era da tempo considerata come potenziale futuro leader del suo partito. Figlia di un pastore anglicano del Sussex, proviene da un ambiente molto più modesto di quello dei tanti uomini educati a Eton e Oxford che circondano il primo ministro uscente Cameron. Ha studiato nelle scuole statali e poi a Oxford, ma grazie ad una borsa di studio. Prima di entrare in politica come deputato conservatore nel 1997, lavorava alla banca d'Inghilterra. Ministro dell'Interno dal 2010, ha ottenuto notorietà nel 2013 quando è riuscita ad espellere dal Paese l'imam radicale Abu Qatada, ma è stata criticata per non aver mantenuto la promessa del governo di portare il numero netto degli immigrati sotto i 100mila l'anno. Schierata a favore del Remain al referendum sulla Brexit, ha assicurato che rispetterà l'esito della consultazione. Ritiene che la richiesta formale di uscita dall'Ue non potrà arrivare prima della fine dell'anno. May ha precisato che lo status dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna farà parte delle trattative. Sostenitrice della modernizzazione del partito conservatore, ha sempre spinto per una maggior presenza femminile fra i deputati Tories. Oggi promette di mettere il suo partito "al servizio della gente che lavora". Viene paragonata dal Guardian a una preside che mantiene la calma davanti a una classe di allievi turbolenti. È sposata con Philip May, un banchiere che ha conosciuto quando entrambi studiavano a Oxford. Pare che a presentarli, ad un ballo di giovani conservatori, sia stata la futura primo ministro del Pakistan, Benazir Bhutto. La coppia non ha figli. L'infelice considerazione della sua avversaria Andrea Leadsom sul fatto di poter essere un miglior primo ministro perché madre si è ritorta verso quest'ultima, contribuendo oggi alla sua decisione di ritirarsi dalla corsa a leader del partito conservatore.
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