mercoledì 31 luglio 2019
I morti per colpa del virus salgono a 1790, il numero più alto provocato da un'epidemia da quando i primi casi sono stati registrati un anno fa
Nuovo caso di ebola nella città di Goma
COMMENTA E CONDIVIDI

È di nuovo allarme ebola nella Repubblica democratica del Congo dove un nuovo caso è stato registrato nella città di Goma, nel Congo orientale, seconda metropoli del Paese, che ospita circa un milione di abitanti. I morti per colpa del virus, fatale nel 90% dei casi, salgono così a 1790.

Si tratta del secondo numero più alto di morti provocato da un’epidemia di ebola da quando i primi casi sono stati registrati un anno fa. I dottori, infatti, devono combattere contro superstizioni e attacchi di milizie, pur sostenuti da una campagna promossa dalle Nazioni Unite.

Sempre a Goma, metropoli punto di passaggio fondamentale verso il Ruanda e gli altri Paesi vicini, che accoglie anche l'aeroporto, da dove è possibile raggiungere la capitale Kinshasa, un secondo caso era stato individuato martedi. Cresce, così, la paura che il virus possa prendere piede in quest’area molto popolata. Il primo caso, a Goma, risale a metà luglio quando l’Organizzazione mondiale della sanità aveva dichiarato “un’emergenza globale” l’epidemia garantendo anche il contributo di altri 269 milioni di euro per combattere il virus.

Le autorità sono preoccupate soprattutto dalla possibilità che il contagiosissimo virus attraversi i confini molto porosi del Congo. “Gli scambi tra i due paesi sono frequenti”, ha dichiarato il ministro della sanità della Repubblica Centroafricana Pierre Somse, “I nostri contadini vendono i loro animali in Congo e gruppi ribelli attraversano i confini”.

Gli agenti sanitari ai quali è stato affidato il compito di combattere il virus devono andare porta a porta per rintracciare le persone che sono entrate in contatto con i pazienti e occuparsi anche di curare i malati e seppellire i morti. Tuttavia sono diventati obbiettivo di gelosie e estorsioni perché guadagnano dollari che fanno gola a molti e diventano anche vittime di minacce di morte. Sette di questi agenti sono stati uccisi fino ad oggi e oltre cinquanta seriamente feriti.

"Non deve esserci un secondo anno di epidemia di ebola”, ha dichiarato Jerome Pfaffmann, consulente per la sanità dell'Unicef, durante una conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni a Ginevra, “Al 28 luglio c'erano 2.671 casi confermati, fra cui oltre 700 bambini, più della metà dei quali, il 57%, sotto i 5 anni. Una percentuale così alta di minori colpiti è senza precedenti".

"L'Unicef – ha detto ancora Pfaffmann - dovrà triplicare il suo appello per rispondere a questa crisi complessa, con circa 70 milioni di dollari per le attività di controllo delle epidemie, 30 milioni d idollari per costruire le capacità delle comunità nelle aree a rischio, e altri 70 milioni di dollari per portare servizi essenziali. I colleghi e le comunità stanno combattendo contro l'epidemia senza tregua, ma abbiamo enormemente bisogno del sostegno della comunità internazionale".


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: