lunedì 11 luglio 2022
Le esequie in forma privata. L'emozione condiziona il voto: la coalizione a guida liberal-democratica ha conquistato 76 dei 125 seggi da rinnovare
Il cordoglio del Giappone

Il cordoglio del Giappone - Ansa

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Un dolore sincero attraversa il Giappone. Veicolato sui mass media e sui social network ma anche visibile nella coda di cittadini per deporre fiori e altri segni di stima e cordoglio sul luogo dove è stato assassinato l’ex primo ministro Shinzo Abe o nel quartier generale del suo partito. Una nazione non abituata a manifestazioni di violenza così plateali e che mai aveva visto dal dopoguerra assassinare un esponente politico si interroga sui limiti della propria sicurezza e forse anche delle proprie certezze.

Il cordoglio del Giappone

Il cordoglio del Giappone - Ansa

A Tokyo è in corso la veglia funebre nella residenza di famiglia, in vista dei funerali di domani, annunciati in forma strettamente privata. Oltre all’attenzione agli adempimenti per l’ultimo saluto al capo di governo sicuramente più popolare e considerato degli ultimi decenni, il Giappone cerca però di comprendere che cosa abbia armato un disoccupato 41enne, Tetsuya Yamagami, di una rozza pistola a due canne fabbricata in un modesto appartamento trasformato in laboratorio di armi e poveriera e l’abbia portato a sparare venerdì scorso, a Nara, contro Abe durante un comizio a sostegno del candidato locale del suo Partito liberal-democratico.

Sembra prendere consistenza la sua versione di una rabbia accumulata per la presunta accondiscendenza dell’ex premier a una setta che lui accusa di essere stata causa della rovina finanziaria della madre. Nelle ultime ore la Chiesa dell’Unificazione, fondata nel 1954 in Corea del Sud dal “reverendo” Sun Myung Moon, assai attiva in Giappone sul piano del proselitismo e della ricerca di finanziamenti, ha confermato i rapporti con la donna ma finora dalle indagini non è emerso altro. Sicuramente, l’indignazione popolare e la statura politica dell’ucciso pongono seriamente a rischio non solo la libertà di Yamagami, perché è alta la probabilità di una sua condanna alla pena capitale ancora in vigore nel Paese.

Il cordoglio del Giappone

Il cordoglio del Giappone - Ansa

Continuano le manifestazioni di apprezzamento e di cordoglio anche dall’estero e particolarmente significativa, oltre che altamente apprezzata in Giappone, è stata la visita-lampo, oggi, del segretario alla Difesa statunitense Antony Blinken. Segnale della vicinanza di Washington al Giappone ferito e della considerazione per lo statista Abe, senza alcun dubbio deciso fautore dei rapporti bilaterali con gli Usa e della necessità che il Giappone ne resti un partner strategico e affidabile.

Sicuramente, la competizione elettorale per il rinnovo della metà della Camera dei Consiglieri (quella alta del Parlamento giapponese) che si è conclusa drammaticamente con un evento di tale rilievo non poteva che risentirne. L’assassinio non ha influito se non marginalmente sull’affluenza alle urne domenica, mai elevata comunque per una consultazione considerata di basso interesse dagli elettori. Il risultato tuttavia è stato assolutamente favorevole alla coalizione a guida liberal-democratica che ha conquistato 76 dei 125 seggi da rinnovare, confermando così non soltanto il controllo della Camera, ma anche la maggioranza dei due terzi necessaria per proseguire nelle riforme ritenute indispensabili dal primo ministro Fumio Kishida, “pupillo” politico e collaboratore di Shinzo Abe, dimessosi il 16 settembre 2020 dopo otto anni in carica, il più lungo premierato del dopoguerra. Kishida è entrato in carica il 4 ottobre 2021 dopo il breve “interregno” di Yoshihide Suga e anche oggi ha indicato di volere proseguire il cammino di riforme avviato dal suo mentore.

Il controllo di entrambe le camere parlamentari consentirà all’esecutivo non solo di implementare gli aspetti della politica di rilancio economica avviata da Abe (per questo conosciuta come Abenomics) ma anche di portarne avanti il difficile tentativo di emendare la Costituzione pacifista per consentire al Giappone non più un solo ruolo difensivo sul piano militare. Una situazione nuova e per molti aspetti critica che porrebbe il Giappone in un ruolo proattivo, se necessario, verso la minaccia nordcoreana e quella sempre più percepita della Cina, oltre che a perseguire con gli Stati Uniti e gli alleati regionali strategie mirate a maggiore stabilità e sicurezza in Estremo Oriente e nel Pacifico.


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