venerdì 4 marzo 2011
L'operazione internazionale per evacuare centinaia di migliaia di migranti intrappolati al confine tra Tunisia e Libia è partita. Il Consiglio dei ministri ha approvato la missione italiana per dare assistenza a 77 mila profughi in Tunisia. Maroni: Fondo nazionale per prepararsi all'emergenza profughi. Attesi fino a 50 mila arrivi. La Corte dell'Aja ha aperto un'inchiesta per crimini contro l'umanità. Bombardato il terminal petrolifero di Brega. Obama: Gheddafi oltraggioso, deve andarsene. Napolitano all'Onu: fermare azioni militari contro il popolo libico. 
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L'operazione internazionale per evacuare centinaia di migliaia di migranti intrappolati al confine tra la Tunisia e la Libia è partita, ma l'emergenza umanitaria è destinata a intensificarsi con i nuovi bombardamenti aerei compiuti oggi sulla Cirenaica. Centinaia di egiziani sono stati trasferiti verso l'aeroporto di Gerba o il porto di Zarzis, mentre è cominciata l'evacuazione dei migranti intrappolati nel porto di Bengasi. La Germania ha annunciato l'invio di tre navi da guerra per trasferire in Egitto 4mila lavoratori. Il governo italiano ha dato il via libera alla missione umanitaria in Tunisia. Una missione civile partirà alla volta di Bengasi e Misurata.  Ci sarà un Fondo nazionale per fronteggiare l'emergenza determinata dai flussi di migranti dal Nordafrica. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine di un incontro al Viminale con i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. Potrebbe quantificarsi in almeno 50 mila il numero delle persone che potrebbero giungere sulle nostre coste a causa della crisi nel nord Africa. Il dato è stato fornito oggi dal ministro dell'Interno Roberto Maroni al termine di un vertice tecnico al Viminale con i presidenti di Regioni e Province, e alla presenza dei responsabili dell'Anci. Maroni è tornato a parlare di "grave emergenza umanitaria" tra Tunisia e Libia con la necessità di prepararsi "prevedendo una fuga di massa da quei Paesi. Se si verificasse lo scenario peggiore - ha detto poi Maroni - si creerebbe per il nostro Paese una situazione molto grave". Da qui quello che è stato definito un "impatto" di almeno 50 mila arrivi.E intanto la pressione internazionale sul Colonnello cresce. Dall'Aja è stato reso noto che Gheddafi e altri esponenti del regime sono indagati per crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale e l'incriminazione dovrebbe arrivare nel giro di "pochi mesi". Nel mirino, Gheddafi, alcuni suoi figli e la cerchia più ristretta del suo regime: tutti rischiano fino a 30 anni di prigione e, se l'"estrema gravità" del caso lo giustificasse, l'ergastolo. La Casa Bianca ha autorizzato l'uso dell'aeronautica militare per evacuare i profughi della Libia, oltre a decidere una serie di aiuti umanitari. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama in una conferenza stampa con il presidente messicano Felipe Calderon. Obama ha detto che gli Usa "si sentono oltraggiati dalle violenze commesse in Libia". "La violenza deve finire, Gheddafi deve andarsene".Ma Gheddafi non molla: ci sarebbero anche 800 guerriglieri separatisti tuareg tra i mercenari al servizio del regime libico: lo hanno riferito fonti dei servizi di sicurezza maliani e nigerini, secondo cui il grosso dei miliziani tuareg proviene appunto da Mali e Niger, ma ve ne sono altri originari dell'Algeria e del Burkina Faso. Intanto le due navi da guerra americane sono ormai prossime alle coste libiche mentre 400 marines sono stati trasferiti in una base Usa a Creta, la Souda. Vi sarebbero stati nuovi bombardamenti aerei su Marsa el Brega, il centro petrolifero nella Cirenaica da ieri teatro di una battaglia tra i ribelli e le milizie fedeli a Muammar Gheddafi, e ad Agedabia. Tre soldati olandesi sono stati catturati da milizie fedeli a Muammar Gheddafi mentre erano impegnati in un'operazione di soccorso umanitario nel nord della Libia, a Sirte. Infine nella crisi libica compaiono un mediatore e un piano di pace. Nella notte il leader libico ha sentito al telefono un suo vecchio amico e alleato. Hugo Chavez, il presidente venezuelano che sostiene Gheddafi, avrebbe ottenuto da quest'ultimo il via libera all'avvio di un negoziato tra il regime ancora in carica e i rivoltosi attraverso la mediazione di una commissione internazionale. Ma i ribelli hanno già respinto la proposta del leader venezuelano, insistendo sul fatto che il colonnello se ne deve andare. E anche la comunità internazionale sembra molto tiepida: "Non è certo la benvenuta una mediazione grazie alla quale a Gheddafi sia consentito di succedere a se stesso", ha già detto il ministro degli Esteri francese Alain Juppè. E anche Nabih Berri, presidente del Parlamento di Beirut ed esponente di primo piano del movimento sciita filo-siriano Amal, ha inviato al leader di Caracas una lettera in cui gli ricorda come Gheddafi sia "un assassino".NAPOLITANO: GHEDDAFI FERMI AZIONI MILITARI"Sosterremo qualunque sforzo" perchè la Libia rispetti i diritti umani e sia riammessa al Consiglio per i diritti umani dell'Onu da cui è stata sospesa, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al consiglio per i diritti umani di Ginevra. "Gheddafi - ha aggiunto - deve fermare ogni azione militare diretta contro il suo proprio popolo".
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