mercoledì 23 marzo 2011
Nonostante i raid aerei occidentali abbiano pesantemente danneggiato la difesa di Gheddafi, le forze armate lealiste continuano ad avanzare: combattimenti a Misurata e Zenten, numerose le vittime. Il ministro francese Juppé dice che la Nato non assumerà la leadership politica della coalizione, ma avrà un ruolo operativo. Il comando marittimo dell'embargo è stato affidato all'Italia. Il Pd non voterà la risoluzione della maggioranza sul'intervento in LIbia.
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Almeno altre 17 persone sono state uccise oggi a Misurata, la roccaforte degli insorti in Tripolitania sottoposta da giorni a una massiccia offensiva da parte delle forze fedeli al regime libico. Lo hanno riferito fonti mediche locali; tre le nuove vittime, colpite dalle salve di artiglieria o dai proiettili sparati dai cecchini, vi sono anche cinque bambini. Il totale dei morti accertati nella città assediata è così salito a 57 da lunedì, di cui non meno di nove minori; i feriti ammontano a oltre trecento. Le forze pro-Gheddafi sono tornate a bombardare anche Zenten, nell'ovest della Libia. Le forze della coalizione hanno lanciato attacchi aerei sulla Libia per il quinto giorno oggi, prendendo di mira siti che supportano o riforniscono i militari di Muammar Gheddafi intorno alla capitale e ad altre città. Negli attacchi internazionali delle prime ore della giornata, i missili degli F-15 hanno distrutto delle postazioni missilistiche intorno a Tripoli. A Misurata e Agedabia, città in cui le truppe del colonnello hanno stretto d'assedio i civili, le forze della coalizione hanno colpito un deposito di munizioni e le forze di terra. Le forze aeree libiche non esistono più: lo ha detto, secondo la Bbc, l'Air Vice Marshal della Raf Greg Bagwell a Gioia del Colle dove sono di base i caccia britannici. "La loro forza aerea non esiste più come forza combattente", ha detto Bagwell: "Il loro sistema di difesa integrata e le reti di comando e controllo sono così gravemente degradate che possiamo operare con relativa impunità sulla Libia". L'APPARIZIONE DI GHEDDAFIIn una breve apparizione ieri sera dalla sua residenza-caserma di Bab el Aziziya a Tripoli Muammar Gheddafi ha arringato una folla di sostenitori, promettendo una vittoria finale sulle forze della coalizione, e sollecitando gli "eserciti islamici" a schierarsi al suo fianco perchè c'è in corso "una nuova crociata scatenata contro l'islam". Nella sua prima uscita in pubblico dal 15 marzo scorso, il leader libico, vestito di scuro, ha parlato per circa tre minuti - ripreso in diretta dalla tv di Stato - con tono di sfida e ripetendo più volte "sono, qui, sono qui, sono qui la mia casa è qui". La Libia, ha proclamato, "è pronta per la battaglia, che sia breve o lunga" e "alla fine vinceremo noi". "Queste bombe mi fanno ridere - ha esclamato rivolto ai manifestanti che lo acclamavano - Niente mi fa paura, nessun tiranno mi può spaventare".Questi attacchi sono compiuti da "una manica di nazisti che finiranno nella spazzatura della storia", ha affermato il colonnello, aggiungendo che la "miglior difesa antiaerea è il popolo e Gheddafi è in mezzo al popolo". "Ci sono manifestazioni dovunque contro questo attacco non giustificato - ha ancora detto Gheddafi - che viola la Carta dell'Onu". L'area di Bab el Aziziya - già colpita nel 1986 nei bombardamenti Usa contro il regime libica - è stata centrata da un missile domenica sera.LA FRANCIALa Nato non assumerà la "leadership politica" della coalizione internazionale in Libia, ma offrirà "strumenti di pianificazione e di gestione operativa" per l'attuazione della no-fly zone sul territorio libico. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè. Ieri la Francia, dopo una telefonata con il capo della Casa Bianca, si è detta "favorevole" a un comando integrato della Nato "in sostegno alle forze della coalizione". IL CONSIGLIO DEGLI INSORTI NOMINA GOVERNOIl consiglio nazionale dei ribelli libici, che ha sede nella parte orientale del paese, ha stabilito che Mahmoud Jabril sia a capo del governo ad interim e scelga i ministri. Lo ha riferito oggi la tv Al Jazeera. Jabril, riformista coinvolto in un progetto volto a istituire uno stato democratico in Libia, è già a capo del comitato di crisi che si occupa di questioni militari e di politica estera. IL COMANDO MARITTIMO ALL'ITALIAIl comando marittimo dell'operazione Nato per il controllo dell'embargo sulle armi alla Libia è stato affidato all'Italia. Lo ha fatto sapere il portavoce del comitato militare dell'alleanza. "L'intera operazione è controllata dalla Nato e dall'ammiraglio americano Samuel Locklear, il cui comando ha base a Napoli. La componente aerea è stata affidata al comando di Izmir, in Turchia, mentre la componente marittima è stata affidata all'Italia", ha detto Massimo Panizzi, portavoce dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del comitato militare della Nato. La componente marittima della missione è stata affidata all'ammiraglio Rinaldo Veri, ha detto Panizzi.IL DIBATTITO POLITICO IN ITALIAMaggioranza ancora al lavoro sulla bozza di risoluzione per l'intervento militare italiano in Libia. Il testo, si apprende da fonti di maggioranza, deve ancora essere limato anche se c'è unità di vedute tra Pdl, Lega e Ir. Evitata pertanto una ipotesi di frattura nell'esecutivo ma le sensibilità restano diverse. In particolare, la maggioranza ha accolto la proposta avanzata da Ir e Lega che chiedono di "favorire una soluzione diplomatica". Sono momenti di lavoro in attesa del testo definitivo che, prima di passare allo studio del governo, deve ricevere il via libera dei leader di partito. La risoluzione, come annunciato da Maurizio Gasparri in mattinata, verrà presentata anche alla opposizione. Rigoroso rispetto della risoluzione Onu anche attraverso opportune iniziative politico diplomatiche e intimazione del cessate il fuoco per tornare il prima possibile ad uno stato di non conflittualità; assegnazione alla Nato del comando e del controllo delle operazioni militari; ma anche embargo sulle armi nei confronti della Libia e un'azione di pattugliamento del Mediterraneo per contrastare le organizzazioni criminali con il rischio di infiltrazioni terroristiche. E ancora: riattivazione, quando le circostanze lo renderanno possibile, degli accordi bilaterali in particolare quelli in materia energetica, stipulati dall'Italia con la Libia; iniziative per tutelare le imprese europee impossibilitate ad onorare i contratti per le sanzioni. E infine: impegno dei partner europei e della Commissione a dare mezzi anche finanziari per condividere l'onere della gestione degli sbarchi di immigrati; e attivazione nelle sedi proprie affinchè l'Europa si doti al più presto di un 'sistema unico di asilò che fin da subito preveda un sistema di 'burden sharing' teso a ridistruibuire la presenza degli immigrati tra i paesi membri e fornisca una maggiore assistenza nelle operazioni di riconoscimento e identificazione di coloro che si dirigono verso le coste italiane. Sono questi i punti chiave della risoluzione sulla Libia, firmata dai capigruppo di Pdl, Lega e Coesione Nazionale, su cui la maggioranza ha raggiunto l'intesa e con cui si impegna il governo.Il Partito democratico voterà in Parlamento contro la risoluzione della maggioranza sull'intervento in Libia, e presenterà invece un suo documento che ricalca esattamente quello approvato venerdì dallecommissioni riunite. È questo l'orientamento emerso nell'assemblea dei gruppi di Camera e Senato, a poche ore dal voto in Senato.
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