sabato 13 ottobre 2018
Nel voto di domani i cristiano sociali sono dati nei sondaggi al 33% nei sondaggi, Verdi al 20. «Elettori liberi» ago della bilancia. Si teme anche l'avanzata della destra estrema e dei populisti
Il governatore della Baviera Markus Söder al comizio finale dei cristiano-sociali a Monaco (Ansa)

Il governatore della Baviera Markus Söder al comizio finale dei cristiano-sociali a Monaco (Ansa)

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Mai così in basso. Il voto in Baviera arriva nel momento peggiore della storia politica dell’Unione democristiana Cdu/Csu. I sondaggi, commissionati da media locali e nazionali, hanno rilevato risultati a detta di molti «sconcertanti». In tutta la Repubblica federale, secondo i sondaggi, i cristiano-sociali e cristiano-democratici insieme non vanno oltre il 26%; la Spd, crollata al 15%, è addirittura il quarto partito dietro ai Verdi (17%) e ai populisti di Afd (16%). Un sondaggio, diffuso dalla principale tv pubblica, che non può che influenzare il voto bavarese di domani.
Ora bisogna vedere in quale direzione andranno gli elettori. Ieri il ministro-presidente del Bayern, Markus Söder, si è nuovamente appellato agli elettori cristiano-sociali bavaresi: «Non possiamo lasciare il Bayern in mano alle destre e soprattutto all’instabilità politica», ha sottolineato il leader dei cristiano-sociali bavaresi che, secondo i sondaggi, sono accreditati di un 33%, contro il 18-20 dei Verdi. Sarebbe un pessimo risultato, considerando che alle elezioni regionali del 2013 ottennero il 47,7%. Söder, tuttavia, potrebbe salvarsi grazie al sostegno dei liberali della Fdp (6%) e ai Freien Wähler, movimento civile conservatore che potrebbe ottenere il 10% delle preferenze. Un governo liberal-conservatore potrebbe risolvere molti problemi a Söder, e far tirare un sospiro di sollievo anche a Merkel – che teme un terremoto politico anche a livello nazionale – e l’alleato Seehofer.
Da Monaco di Baviera, infatti, continuano a puntare il dito verso Berlino. I cristiano-sociali bavaresi accusano i loro compagni di partito, che siedono al governo con la Cdu della cancelliera, di essere i principali responsabili della progressiva ed inarrestabile emorragia di consensi. Söder ha più volte accusato il governo centrale di Berlino di aver preso «decisioni sbagliate e affrettate sulla politica migratoria» e di aver gestito «con superficialità la questione delle auto-diesel». Non si è fatta attendere la replica del ministro degli Interni, Horst Seehofer: «Negli ultimi sei mesi non mi sono immischiato né nella politica bavarese né nella gestione della campagna elettorale». Insomma, a ciascuno le sue responsabilità. Söder, ieri, ha chiuso la sua campagna elettorale a Monaco di Baviera salutando gli elettori proprio accanto a Seehofer e al cancelliere austriaco, Sebastian Kurz.
Ma se domani sera non più i sondaggi, bensí le urne dovessero essere impietose con la Csu, si potrebbero aprire scenari inimmaginabili a Monaco di Baviera e a Berlino. Se i cristiano-sociali non dovessero avere i numeri per governare, o formare una coalizione, a quel punto le richieste di dimissioni per Söder a Monaco e per Seehofer a Berlino potrebbero diventare insopportabili ed aprire contemporaneamente una crisi sul fronte bavarese e su quello federale. Secondo media ed osservatori, di questa inconsueta fase di incertezza politica se ne sta approfittando la nuova destra nazionalista e populista dell’Afd, ma avanzano anche i Verdi. La Baviera e la Germania non erano mai stati così «verdi» come oggi. I Grüne, sempre secondo i rilevamenti demoscopici, sono stabilmente la seconda forza politica a livello federale ma anche nel Bayern. La 33enne Katharina Schulze, leader dei Verdi bavaresi, ha conquistato soprattutto l’elettorato più giovane ed anche ieri ha escluso un governo di coalizione con la Csu di Söder. Negli ultimi anni i Verdi hanno abbandonato le posizioni più antagoniste, in particolare la richiesta di aumentare le tasse per i redditi più alti. «I Verdi – ha sottolineato il quotidiano di Monaco di Baviera, Süddeutsche Zeitung – hanno cominciato a spostarsi verso il centro, eclissando progressivamente la Spd e accreditandosi come potenziale partner di coalizione per le forze conservatrici». Non è un caso che, subito dopo il voto del settembre del 2017, Merkel tentò di formare un governo proprio con Verdi e liberali, ma poi tutto naufragò la notte del 20 novembre.
Da giorni i media ipotizzano anche che la cancelliera, dopo il voto bavarese, in caso di crisi irreversibile della Grande coalizione, possa tentare un riavvicinamento con i Verdi. Ma ora a guidare a Berlino il partito ecologista più potente d’Europa ci sono Robert Habeck e Annalena Baerbock, tra i principali critici dell’esecutivo di Grande coalizione e di Merkel.
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