venerdì 2 gennaio 2009
In un raid israeliano uccisi tre fratellini, il bilancio sale a 425 morti. Hamas giura vendetta nella "Giornata della Collera". La Casa Bianca: Israele ha diritto di difendersi ma eviti vittime civili.
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I militanti palestinesi hanno giurato vendetta a Israele oggi per l'uccisione di un alto rappresentante di Hamas e della sua famiglia, mentre gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di evitare vittime civili e di consentire l'accesso di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Non c'è alcun segno di cessate il fuoco nel settimo giorno di un conflitto costato la vita finora ad almeno 425 palestinesi e in cui sono rimaste ferite 2.000 persone. I morti israeliani a causa dei razzi palestinesi sono invece quattro.Israele ha sferrato oltre 30 raid aerei, uno dei quali ha ucciso tre bambini palestinesi tra gli otto e i 12 anni che giocavano in una strada vicino alla cittadina di Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Uno di loro è stato decapitato.«Questo è un omicidio. Questo è un bambino», ha detto Madth Gilbert, un medico norvegese nell'ospedale Shifa di Gaza, che non è riuscito a salvare un bimbo con entrambi i piedi amputati.I militanti islamici hanno lanciato razzi sul porto israeliano di Ashkelon, uno dei quali ha fatto saltare in aria le finestre di un condominio. A Gaza City alcuni fortunati in possesso di passaporti stranieri hanno potuto salire su degli autobus prima dell'alba per lasciare la Striscia, con l'aiuto della Croce Rossa Internazionale, i rispettivi governi e il benestare di Israele.Casa Bianca: Israele eviti vittime civili. Secondo la Casa Bianca, Israele ha il diritto di difendersi dai razzi di Hamas ma deve evitare vittime civili. «Israele ha diritto a difendersi da questi attacchi con i razzi», ha detto il portavoce della Casa Bianca Gordon Johndroe. Il portavoce ha aggiunto che Washington vuole che Israele eviti vittime civili e «assicuri che rifornimenti di cibo e medicinali raggiungano la popolazione di Gaza».Intanto un altro raid israeliano su una casa nella Striscia di Gaza ha provocato la morte di un civile e il ferimento di altri cinque, come riferiscono medici palestinesi.Onu, ipotesi osservatori. Le Nazioni Unite "stanno valutando" con prudenza, assieme ad altre ipotesi, l'idea di dispiegare osservatori internazionali nella Striscia di Gaza quando saranno finiti gli scontri tra Israele ed Hamas. Lo ha detto oggi Robert Serry, inviato speciale dell'Onu per il Medio Oriente, in una video-conferenza da Gerusalemme con la stampa al Palazzo di Vetro. «Stiamo valutando l'ipotesi di un sistema per monitorare» un eventuale cessate-il-fuoco, ha detto Serry rispondendo alle domande dei giornalisti. Discutere di osservatori internazionali, così come di una forza di mantenimento della pace, «è comunque prematuro», ha precisato Serry, sottolineando che al momento la priorità è fermare le violenze nella Striscia di Gaza.«Distruggere interessi sionisti ovunque». «Non avremo pace finché non avremo distrutto l'entità sionista», ha detto il leader di Hamas Fathi Hammad al funerale di Nizar Rayyan, ucciso con quattro mogli e 11 figli da un missile israeliano che ieri ha colpito la sua abitazione. Il portavoce Ismail Rudwan ha detto che «dopo questo crimine, ora tutte le opzioni sono aperte incluse le operazioni di martirio contro l'aggressione e per colpire gli interessi sionisti ovunque».Nizar Rayyan, uno dei massimi esponenti della linea dura della politica di Hamas, aveva lanciato un appello ieri per nuovi attacchi suicidi in territorio israeliano. È il leader palestinese di più alto rango ucciso nel corso dell'offensiva.Intanto Israele continua a preparare i soldati ai confini per un possibile attacco di terra, ignorando gli appelli internazionali che chiedono di interrompere le ostilità. Ieri il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni ha ripetuto il no del suo governo al cessate il fuoco proposto dalla Francia nella Striscia di Gaza per consentire l'accesso degli aiuti umanitari alla popolazione, sostenendo che «non c'è una crisi umanitaria nella Striscia, e quindi non c'è alcun bisogno di una tregua umanitaria».
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