martedì 18 giugno 2013
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"Sosteniamo la proposta di una conferenza per raggiungere una soluzione politica al conflitto orribile in Siria attraverso la piena attuazione del comunicato di Ginevra 2012". È quanto si legge nella bozza del comunicato del vertice del G8 con riferimento al conflitto siriano. Nella bozza si condanna "ogni uso di armi chimiche e tutte le violazioni dei diritti umani".
 
La Russia si è opposta a qualunque riferimento al destino del presidente siriano Bashar al-Assad nel comunicato finale del G8. Lo ha detto oggi ai giornalisti il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, aggiungendo che il presidente russo, Vladimir Putin, e quello americano, Barack Obama, chiederanno probabilmente passi avanti sulla conferenza di pace sulla Siria, che secondo Mosca rappresenta l'unico modo per risolvere il conflitto nel Paese mediorientale."Entro la fine della giornata vedrete un documento serio e concreto sulla Siria, non annacquato", ha detto Ryabkov ai cronisti a margine del summit vicino alla cittadina irlandese di Enniskillen. Poco prima, una fonte vicina ai colloqui ha detto che è improbabile che la conferenza di pace si possa svolgere prima di agosto dopo gli scontri tra leader al G8 sulla natura del governo di transizione. "Sulla Siria siamo vicini a una situazione sette contro uno", ha chiarito la fonte aggiungendo che è improbabile che la conferenza di pace si svolga a luglio.
Antiterrorismo: niente riscatto in caso di rapimentoIl primo ministro britannico David Cameron ha parlato di "un altro risultato della presidenza britannica del G8" nell'annunciare, sull'account ufficiale di Downing Street su Twitter, l'accordo raggiunto tra I leader per bloccare il pagamento di riscatto in casi di rapimenti da parte di terroristi e invitando le compagnie a fare lo stesso. Secondo alcuni calcoli, solo negli ultimi tre anni è stato pagato l'equivalente di 70 milioni di dollari per il rilascio di occidentali presi in ostaggio, una media di 2,5 milioni di dollari (1,59 milioni) per vittima. Somme che si ritengono per la gran parte essere così giunte nelle casse di organizzazioni terroristiche, come al Qaida e i talebani, riferisce la Press Association, ricordando che il Regno Unito esclude tali pagamenti, al contrario di altri Paesi, anche tra quelli del G8.In passato, scrive la PA, è emerso che Francia, Italia e Giappone hanno pagato per assicurare il rilascio di loro cittadini, e altri Paesi continuano ancora a farlo. L'Italia in particolare è considerata dagli altri partner più 'morbida' nel negoziare con i terroristi.
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