giovedì 2 gennaio 2020
Trasporti ancora a singhiozzo: circolano un treno ad alta velocità su 2, un Intercity su 4 e appena 5 regionali su 10
Battuto il record dello sciopero del 1986-87, durato 28 giorni

Battuto il record dello sciopero del 1986-87, durato 28 giorni - Reuters

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Il conflitto sociale contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron entra nella storia: lo sciopero dei trasporti, oggi al ventinovesimo giorno consecutivo, è il più lungo mai registrato nella storia della Sncf, la compagnia ferroviaria francese. Battuto il record di quello del 1986-87, durato 28 giorni. Anche in occasione della paralisi dei treni degli anni Ottanta, lo sciopero cominciò nel mese di dicembre e durò per tutte le feste di fine anno, con la Sncf costretta in alcuni casi ad ospitare i passeggeri nei vagoni fermi in stazione. In quell'occasione, nel mirino dei sindacati non c'erano le pensioni ma i nuovi parametri dei salari e le condizioni di lavoro. Alla fine, il movimento si concluse il 14 gennaio senza grandi conquiste da parte del movimento di protesta. Poco più di 3 settimane, 22 giorni, durò invece nell'inverno 1995 lo sciopero contro il piano pensioni di Alain Juppé, primo ministro costretto a fare retromarcia.

Oggi circola in Francia un treno ad alta velocità su due

Oggi circola in Francia un treno ad alta velocità su due - Reuters

Dopo quasi un mese, ancora oggi circola in Francia un treno ad alta velocità su 2, un Intercity su 4 e appena 5 regionali su 10. Previsto qualche miglioramento per il rientro dalle vacanze durante il weekend. La situazione tornerà probabilmente più tesa nella prossima settimana, con la ripresa delle manifestazioni e delle assemblee: "Quando si perde un mese di stipendio – ha spiegato alla radio Europe 1 il segretario della CGT Trasporti, Laurent Brun - non si torna al lavoro solo per i buoni propositi di un presidente disconnesso dalla realtà". Il discorso di Macron per la fine dell'anno ha confermato la determinazione dell'Eliseo di portare a termine la riforma delle pensioni. I negoziati restano su un binario morto, anche se nuovi contatti fra sindacati e governo sono già fissati.

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