mercoledì 6 febbraio 2013
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Senza che neppure una riga sia stata spesa sulla stampa francese e sotto il naso persino dei pochi e sonnolenti deputati dell’opposizione neogollista a quell’ora in aula, l’Assemblée Nationale ha adottato surrettiziamente prima dell’alba di lunedì gli emendamenti che aprono la strada alle adozioni gay. La denuncia è partita solo ieri dal collettivo della «Manifestazione per tutti», che ha citato l’articolo 1-bis votato nottetempo dall’emiciclo e non contenuto nell’iniziale bozza Taubira commentata dai media.L’emendamento è stato aggiunto e approvato in Commissione leggi dal deputato socialista Erwann Binet, relatore della bozza, sconvolgendone l’articolazione originaria che prevedeva di considerare il nodo dell’adozione gay (rigettata nei sondaggi da oltre il 55% dei francesi) solo ad uno stadio ben più avanzato del testo. «Storico e invisibile. L’adozione plenaria è stata votata all’Assemblée senza neppure una parola spesa nei media», ha denunciato ieri il collettivo all’origine della maxi-protesta nazionale del 13 gennaio, aggiungendo: «Assistiamo a una buffonata di democrazia politica e mediatica». Nei fatti, «solo alcuni deputati dell’opposizione» si sarebbero accorti della manovra quando era troppo tardi. Intanto, proprio sul fronte delle adozioni, dopo una serie di supposizioni in questo senso circolate da settimane, ieri è giunta la conferma di una chiusura russa verso la Francia in ragione delle nuove disposizioni difese dall’esecutivo del presidente François Hollande. Pavel Astakhov, delegato del Cremlino per l’Infanzia, ha chiarito che la Russia «non darà mai i suoi orfani in adozione alle coppie omosessuali francesi». Astakhov aveva già difeso in patria la cosiddetta e discussa «legge anti-Magnitsky», contraria alle adozioni di bambini russi da parte di cittadini statunitensi.
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