sabato 11 gennaio 2014
«Rispetto la legge: non farò più "Le Mur": così l'umorista intende troncare la questione aperta dalle sue frasi considerate antisemite. A sette francesi su dieci il suo umorismo «non piace».  Ma in molti leggono anche un «fine politico» del governo. I commenti di Anna Foa​ ed Eraldo Affinati.
Dieudonné, il divieto spacca la Francia Daniele Zappalà
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Alla fine si produrrà in un nuovo "one man show" in cui non sono previste le affermazioni antisemite che gli sono state rimproverate. Intende chiudere così la questione l’umorista francese Dieudonné. "Spero che tutto si calmerà - ha detto - e che il Consiglio di stato tenga conto di questo mio impegno. Non farò più "Le Mur", ho un nuovo spettacolo, "Asu Zoa", questo chiude il dibattito giudiziario. Oggi il caso Dieudonné è chiuso". Davanti ad alcuni giornalisti, Dieudonné - vestito con un costume tradizionale africano - ha aggiunto: "Ovviamente, non sono un nazista e non sono un antisemita" Dopo il divieto più volte pronunciato per il suo spettacolo "Le Mur", il comico antisemita Dieudonné aveva annunciato sulla sua pagina Facebook di volersi esibire a Parigi oggi pomeriggio in una nuova versione del suo show alle 14 nel teatro della Main d'Or, dove abitualmente si è esibito negli ultimi anni.Il Prefetto ha vietato lo spettacolo. All'ingresso del teatro, presidiato da ingenti forze di polizia, i fan dell'umorista hanno inscenato davanti a telecamere e fotografi una grande "quenelle" collettiva, il gesto nazista al contrario, promosso da Dieudonné, che ha scatenato l'indignazione in tutto il Paese. Poi, il nuovo annuncio. "In uno stato di diritto - ha sottolineato Dieudonné - bisogna rispettare la legge".
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