lunedì 5 novembre 2012
​Gli Stati Uniti si preparano al grande martedì delle elezioni con la sfida tra Obama e Romney quanto mai aperta. Dopo settimane di una campagna lunga, costosa e aspra, i sondaggi continuano a parlare di un sostanziale testa a testa. Il presidente, però, sarebbe in vantaggio in 8 o 9 Stati-chiave.
La nebbia americana e due incubi in agguato di Fabio Carminati
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Gli Stati Uniti si preparano al grande martedì delle elezioni presidenziali con la sfida tra Barack Obama e Mitt Romney quanto mai aperta. Dopo settimane di una campagna lunga, costosa e aspra, i sondaggi continuano a parlare di un sostanziale testa a testa nel voto generale. Il presidente, però, sarebbe in vantaggio in 8 o 9 Stati-chiave, quelli che alla fine decideranno il vincitore. "Unirò tutti gli americani e non rappresenterò solo un partito ma un'intera nazione": è quanto ha promesso Mitt Romney parlando a Sandford, in Florida. Parole che hanno anche il senso di riparare alla gaffe su quel 47% di americani che non pagano le tasse e che non lo avrebbero mai votato.Nelle ultime 48 ore di una maratona che ha 'bruciato' 3 miliardi di dollari, i due candidati e i rispettivi compagni di ticket hanno partecipato a 14 eventi in 8 Stati: una maratona in cui a un certo punto i due fronti si sono quasi sfiorati, quando l'Air Force Two del vicepresidente, Joe Biden, che si preparava a decollare dall'aeroporto di Cleveland, ha intravisto l'aereo di Romney sulla pista. In base agli ultimi sondaggi, Obama ha la vittoria assicurata in 18 Stati, il che vuol dire 201 'grandi elettori'; è poi un notevole vantaggio in Michigan (16), Pennsylvania (20) e Wisconsin (10), arrivando dunque a 247. Se vince l'Ohio (18) e l'Iowa (6) ce l'ha fatta (ma in entrambi questi Stati il suo vantaggio è all'interno del margine d'errore). Oppure gli basta la Florida (29), ma lì sembra in svantaggio.I dati sul voto anticipato, possibile in molti Stati, sembrano  mostrare un leggero vantaggio democratico in Florida e Ohio (anche se non netto come era stato nel 2008). Ciononostante Romney e i suoi si dicono fiduciosi di farcela e anzi, con una mossa a sorpresa, nella nottata di domenica il repubblicano ha fatto una puntata in Pennsylvania, Stato tradizionalmente Democratico, ma che - secondo gli strateghi del Gop - sta virando. "Torneremo alla Casa Bianca perché stiamo per conquistare la Pennsylvania", ha detto Romney davanti a una folla di circa 30mila elettori, mentre in sottofondo risuonavano le note di Rocky. Oggi il repubblicano sarà in Ohio (per la 44esima volta a conferma dell'importanza dello Stato), poi in due eventi in Virginia, in Florida, e farà un'ultima puntata in New Hampshire, prima di ritornare a casa alle porte di Boston per l'Election day. Obama invece tornerà in Wisconsin, poi volerà in Ohio e poi in Iowa, lo Stato dove cominciò la sua corsa nel 2008, prima di ritornare nella sua Chicago; e lì attenderà l'esito di un voto che potrebbe farlo diventare il secondo Democratico dalla Seconda Guerra Mondiale a ottenere un secondo mandato. Per entrambi i candidati vi sono state folle di sostenitori e appelli finali al voto. Obama ha avuto al suo fianco in New Hampshire un testimonial di eccezione, l'ex presidente Bill Clinton che in queste ultime frenetiche battute della campagna elettorale non si sta risparmiando per aiutare l'ex avversario della moglie. "In questi ultimi quattro anni abbiamo fatto molti progressi, progressi reali, ma resta ancora molto da fare. Per questo sto lottando per avere il secondo mandato", ha detto Obama, intervenendo a Madison, in Wisconsin. "Queste elezioni non sono solo una scelta di politiche diverse, ma una scelta di fiducia: le idee del governatore Romney le abbiamo provate, e non hanno funzionato", ha aggiunto. "Io lotto per la libertà degli Americani. Gli americani non dovrebbero combattere per avere un posto di lavoro", ha detto, sostenendo come" a volte è necessario lottare per i principi".L'ENDORSEMENT DEL FINANCIAL TIMES  "Obama è la scommessa più saggia per gli Stati Uniti colpiti dalla crisi". Così il Financial Times, al termine di una campagna elettorale che non esita a definire "non emozionante" e alla vigilia di un voto che considera "il più importante dal 1980 quando la vittoria di Ronald Reagan accelerò la deregulation", dà il suo endorsement al presidente in carica e non allo sfidante, che si rappresenta come il paladino del libero mercato, Mitt Romney. Nonostante il giornale finanziario non sia tenero in generale con nessuno dei due candidati - "non hanno fornito risposte convincenti su come intendono rispondere alle sfide" economiche e geopolitiche che gli Usa devono fronteggiare - ed in particolare con il presidente Obama - di cui viene criticata l'inazione per quanto riguarda il contenimento del debito federale - alla fine viene apprezzata la linea "interventista" seguita dal presidente in questi quattro anni. E vengono apprezzate le riforme fatte nel campo della sanità, della finanza e il "pacchetto di stimolo da 787 miliardi che ha salvato il paese da un'altra grande depressione".EARLY VOTE NEL CAOS IN FLORIDALe lunghe file ai seggi e una decisione, subito rientrata, di prolungare l'"early vote" rischiano di trasformare nuovamente la Florida in un caso delle elezioni presidenziali americane. Gli elettori dello Stato meridionale, che è uno di quelli decisivi della corsa alla Casa Bianca, sono incappati in una serie di problemi tecnici che hanno impedito a molti di votare entro sabato, l'ultimo giorno utile per farlo in anticipo su martedì prossimo. Il Partito democratico ha presentato una denuncia per i lunghi ritardi subiti da alcuni elettori che alla fine, nonostante le ore d'attesa, non sono riusciti a votare. In Florida dalla settimana scorsa quasi 4 milioni e mezzo di persone hanno usufruito della possibilità di votare in anticipo, ma hanno dovuto attendere anche tre o quattro ore in fila per esercitare il loro diritto costituzionale. Questo ha spinto le organizzazione degli elettori e il Partito Democratico a chiedere invano al governatore repubblicano, Rich Scott, di prolungare il numero di giorni a disposizione, periodo terminato ufficialmente sabato notte. Scott infatti ha firmato una legge lo scorso anno riducendo il numero di giorni di 'early votè da 14 a 8 ed eliminando il voto anticipato la domenica precedente l'Election Day. Domenica però gli elettori della contea Miami Dade hanno saputo che era consentito loro di votare, tra le 13 e le 17 ora locali; ma dopo appena un'ora l'apertura dei seggi, l'ufficio di Miami Dade ha chiuso le porte (intorno alle 14), dicendo che erano rimasti sorpresi dall'improvvisa enorme affluenza. La decisione ha scatenato le proteste fuori dall'ufficio.La querelle ha spinto i Democratici a chiedere a un giudice di costringere le tre contee meridionali della Florida (non solo Miami-Dade, ma anche Palm Beach e Broward) di consentire il voto. La Florida - che assegna 29 'grandi elettori' - è uno degli Stati in bilico. Secondo molti analisti, è particolarmente importante per le prospettive di vittoria di Mitt Romney. OBAMA INTERROTTO DA UN ANTIABORTISTA
Un militante del movimento anti-abortista ha interrotto un comizio di Barack Obama la notte scorsa in Ohio, urlando delle frasi contro l'aborto. L'uomo ha costretto il presidente a interrompere il suo discorso, prima che quattro poliziotti sono intervenuti trascinando letteralmente via l'uomo che si era aggrappato alla sua sedia. La folla dei sostenitori di Obama, intanto, ha continuato a scandire lo slogan "four more years", altri quattro anni.
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