mercoledì 20 luglio 2016
In Turchia dopo il tentato golpe contro Erdogan i luoghi cristiani sono diventati il capro espiatorio preferito di chi intende sfogare la sua rabbia a ogni ribaltamento politico. Tentato golpe, Erdogan: volevano uccidermi
Turchia, sotto attacco anche le chiese cristiane
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Come in Egitto dopo la destituzione del presidente Morsi, così in Turchia dopo il tentato golpe contro Erdogan. A torto o a ragione, i luoghi cristiani finiscono per essere il capro espiatorio preferito di chi intende sfogare la sua rabbia ad ogni ribaltamento politico. Due chiese altamente simboliche per la minoranza cristiana in Turchia sono state prese di mira la sera del 16 luglio, nel corso delle manifestazioni a sostegno del governo.  La prima è la chiesa di Santa Maria a Trebisonda, dove il 5 febbraio 2006 fu ucciso don Andrea Santoro, sacerdote romano fidei donum, la seconda è la chiesa protestante di Malatya, la città dove il 18 aprile del 2007 furono sgozzati tre cristiani evangelici, un tedesco e due convertiti dall’islam. A dare notizia degli assalti è stato il canale turco di Sat7, network significativo dei cristiani in Medio Oriente, e rilanciato da Mondo e Missione, la rivista del Pime. Secondo quanto riferito dal sito, a Malatya sono state scagliate pietre contro le finestre della chiesa, mandandole in frantumi.  A Trebisonda, invece, una decina di persone si sono dirette verso la chiesa cercando di forzarne l’ingresso, senza tuttavia riuscire a entrare perché alcuni vicini musulmani hanno lanciato l’allarme. In entrambi i casi si è trattato solo di danni lievi a edifici in quel momento fortunatamente vuoti. Un avvertimento che non mancherà di allarmare le piccole comunità cristiane. Proprio il 16 luglio, tutti i capi religiosi del Paese (musulmani, cristiani di rito greco ortodosso, armeno, caldeo e assiro ed ebrei) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta contro la violenza. «Il terrore e la violenza, si legge nella dichiarazione, ovunque siano e da chiunque provengano, non possono mai essere difesi e considerati come legittimi. Uccidere una sola persona è come uccidere l’umanità intera, e questo non può assolutamente essere accettato dai credenti». In Turchia i cristiani rappresentano lo 0,15 per cento del totale della popolazione turca (80 milioni), ossia 130 mila fedeli. Sono in gran parte ortodossi (80mila armeni, 10 mila antiocheni e 3mila greci) oltre a 10mila siriaci. I cattolici sono circa 30 mila, di cui 20mila latini, gli altri caldei e siro-cattolici. 
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