sabato 12 novembre 2022
La trentaduenne, nata e cresciuta in Mozambico, è la “Volontaria Internazionale 2022”: la cooperatrice del Cope è impegnata in un progetto a Kairouan a 140 km da Tunisi
Josefina Jose Cappellaro vincitrice del Premio Volontario Internazionale

Josefina Jose Cappellaro vincitrice del Premio Volontario Internazionale

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Una musica maghrebina avvolgente, una danza con gesti provati tante volte. I ballerini sorridono perché ce l’hanno fatta finalmente a stare al tempo. Sono bambini e adolescenti sordi e disabili fisici, usano apparecchi acustici e seguono il ritmo che gli è entrato dentro. La danza in un salone di un centro per persone disabili è un esercizio di liberazione. Dimostra che si può imparare a esprimersi anche con metodi alternativi, come la danza e la recitazione teatrale, avendo accanto una educatrice e un attore. Siamo nella Tunisia profonda a Kairouan, città a 140 km da Tunisi, famosa perché ospita la moschea più antica di tutto il Nordafrica. A Ben Arous, poco a nord della capitale, ballano i disabili psichici. Nei due governatorati i centri formativi di Utaim, Asda e Agim, organizzazioni per la formazione dei disabili in centri di educazione scolastica alternativa, ospitano il terzo e ultimo anno del progetto “Je repars de toi-Ricomincio da te”, avviato dalla Ong catanese Cope nel 2020 e cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo che ha investito 1,2 milioni. L’obiettivo è stimolare un processo di crescita sociale per l’uguaglianza e l’inclusione delle persone disabili in Tunisia, circa 12 milioni di abitanti, attraverso le arti teatrali. La gestione è curata da Josefina Domingas Cappellaro, 32 anni, premiata a Roma con il riconoscimento di volontario internazionale dell’anno da Focsiv, la federazione delle Ong cattoliche che compie mezzo secolo.

Dal 2011 la Tunisia ha mostrato maggiore consapevolezza nei confronti dei diritti delle persone con disabilità, garantendo loro sulla carta l’inclusione socio-economica. Eppure mancano gli insegnanti di sostegno che andrebbero pagati dalle famiglie e per ogni allievo disabile alla classe ne vengono tolti 5 normodotati. Così man mano che ci sposta dalla grande Tunisi restano ai margini per carenza di servizi sociali e insegnanti di sostegno. Una lotta quotidiana e Josefina sa cosa significa lottare per affermarsi. Nata e cresciuta in una periferia urbana povera in Mozambico, è riuscita nonostante le avversità a laurearsi in gestione delle risorse umane all’università Cattolica di Beira tramite un’associazione cristiana e si è inserita nella cooperazione internazionale. Un ruolo fondamentale nelle sue scelte lo ha svolto il marito Tito, 42 anni, responsabile in Tunisia di Aifo, che l’ha conosciuta giovanissima in Mozambico, dove lavorava per i comboniani, e l’ha sostenuta. La coppia ha due figli di nove e otto anni. Dal Mozambico Fina, come la chiamano tutti, ha portato, oltre all’esperienza di responsabile per le risorse umane, la convinzione che la cooperazione ha un potenziale enorme per lo sviluppo delle aree più recondite del mondo.

«Spesso, a causa di ignoranza - afferma Josefina- le persone rinunciano a lottare affinché siano rispettati i propri diritti, inclusi quelli che sembrano scontati. Ho deciso di impegnarmi nella cooperazione per questo, portando il mio punto di vista». In Tunisia Fina e la famiglia arrivano nel 2014. Dopo aver prestato servizio presso il Consiglio Italiano Rifugiati in Tunisia e Libia, lei diventa responsabile amministrativa del Cope di Catania nel paese maghrebino dal 2019.
«Il mio lavoro è tenere la contabilità e i rapporti con i partner locali per implementare il progetto. In Tunisia i disabili restano spesso nascosti in casa, non vanno a scuola. Eppure molti allievi dei centri in realtà potrebbero frequentare con tutti gli altri i laboratori teatrali: servono ad abbattere le barriere. Vi partecipano operatori tunisini e italiani, oltre alle due ragazze in servizio civile Valeria e Carlotta. Il teatro è il pezzo forte». Nel 2022 si è svolto il primo gemellaggio tra associazioni tunisine e italiane che si occupano di disabilità con la messa in scena di uno spettacolo teatrale a Kairouan e Ben Arous mentre nel 2023 è in programma un secondo giro di spettacoli con il partner italiano di Cope, l’associazione catanese Mettiamoci in gioco. Afef Zadem responsabile di Adl, agenzia della democrazia - partner di Cope nel progetto - spiega l’importanza della rappresentazione. «È qualcosa di straordinario e profondo. Ragazzi e ragazze che vivono nell’ombra diventano protagonisti sul palco dimostrando di saper fare qualcosa di bello alle famiglie e alla comunità. Ribaltano i ruoli e la cultura».
I centri, che accolgono da 15 a 150 ragazzi dai 7 ai 40 anni hanno un’altra funzione in uno stato colpito da una profonda crisi economica, politica e sociale. Chi li frequenta mangia un pasto gratis, viene chiesto un contributo mensile di 100 dinari (30 euro) solo ai più abbienti.
Ma se per sordi e disabili fisici con i centri Agim è più facile ambire all’autonomia, frequentando i corsi professionali di artigianato e parrucchiere, per un disabile psichico in Tunisia l’integrazione resta un miraggio per stigma e ostacoli. Lo conferma Kesraem Slim, 57 anni e una figlia, Nur, di 13 anni probabilmente autistica. Da alcune settimane l’ha portata nel centro Utaim di Mornag, in una vecchia villa coloniale dove si tengono laboratori di psicomotricità con Cope «La luminosità e l’attività psicomotoria fanno una enorme differenza. Per anni ha frequentato un centro dove nessuno si occupava di lei, qui ha fatto subito progressi. È felice». Ufficialmente non ci sono discriminazioni, conferma Slim, artigiano che non ha problemi economici. «Però sono preoccupato per il futuro di mia figlia quando noi non ci saremo più». Cosa farà Fina dopo il premio?
«Curerò un progetto per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità». Un’altra via per continuare ad abbattere barriere.

Focsiv, i vincitori del XXIX Premio del Volontariato internazionale 2022

I tre vincitori sono Josefina Domingas José Cappellaro di Cope Tunisia. A lei il premio Volontario Internazionale Focsiv 2022. Nata in Mozambico oggi vive a Tunisi dove è impegnata in un progetto, Ricomincio da te, volto all'inclusione delle persone con disabilità nella società tunisina.

A Clarisse Zouré dell'Union des associations des femmes de Garango partner di Aes - Ccc è andato, invece, il Premio Volontario dal Sud Focsiv 2022.

Zouré è la presidente di un'unione di 52 piccole associazioni femminili delle quali fanno parte più di 1.000 donne della Provincia del Boulgou, situata nella Regione del Centro-Est del Burkina Faso.

Il terzo premiato è Ricardo Rao insignito del Premio Difensore dei Diritti Umani Focsiv 2022.

Rao è un avvocato brasiliano indigenista del Funai, la Fundação Nacional do Índio organizzazione del Governo brasiliano di difesa delle terre e dei popoli originari dell'Amazzonia.

Oggi vive a Roma dove si è rifugiato dopo che ha avuto la coscienza che sarebbe stato ucciso a causa del suo lavoro di denuncia della criminalità organizzata del traffico del legno, del narcotraffico e degli omicidi delle popolazioni indigene nel Maranhão, in Amazzonia.

La campagna di solidarietà senza confini Caritas-Focsiv

La solidarietà non ha confini. E non bisogna dimenticare le tante guerre in corso, oltre alla tragedia che dilania l’Ucraina. Per questo l’impegno di Caritas Italiana e Focsiv si rivolge all’area del Medio Oriente, dalla Giordania all’Iraq, dal Libano alla Siria, fino alla Terra Santa, Israele e Territori Palestinesi e alla Turchia. Dopo la maratona su Tv2000 la campagna «La pace va oltre» prosegue grazie anche all’impegno di
“Avvenire”: sarà possibile finanziare i 22 progetti promossi da Caritas e Focsiv in sette Paesi donando
online tramite il sito www.insiemepergliultimi.it, oppure attraverso bonifico bancario (Iban
IT87T0501803200000016949398 di Banca Etica intestato a FOCSIV Campagna Focsiv-Caritas) o c.c.
postale 47405006 intestato a Focsiv (Causale: FOCSIV CARITAS ITALIANA – Insieme per gli ultimi)


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