giovedì 2 giugno 2016
Lo stop arriva a tre giorni dall'inizio dell'operazione. «Proteggere i civili è la nostra priorità, ma la vittoria resta a portata di mano».
Falluja, Unicef: 20mila bambini intrappolati
Falluja, il premier iracheno ferma attacco
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Neanche dieci giorni fa aveva annunciato l'attacco che avrebbe riportato Falluja sotto il controllo dell'esercito iracheno. Ieri lo stop, momentaneo, delle operazioni. Il premier iracheno Haidar al-Abadi ha visitato il fronte e ha verificato di persona l'impossibilità di proseguire l'attacco senza coinvolgere i 50mila civili rimasti intrappolati nella citta. Un rischio troppo alto, anche di fronte alla concreta possibilità di strappare Falluja al Daesh in poco tempo: "Sarebbe stato possibile terminare la battaglia velocemente se la protezione dei civili non fosse stata in cima alle nostre priorità - ha dichiarato Abadi ieri sera alla tv di Stato -. Grazie a Dio le nostre truppe sono schierate alla periferia e la vittoria resta a portata di mano".

L'esercito iracheno alla periferia di Falluja.

La riconquista della roccaforte irachena dell'Is, in mano al califfato dal 2014, sraebbe quindi soltanto rimandata. Probabile che sulla decisione abbia pesato molto l'allarme lanciato dall'Onu nei giorni scorsi sul pericolo che molti dei civili ancora intrappolati nella città potessero essere usati come scudi umani, soprattutto per contrastare gli attacchi dell'aviazione della coalizione internazionale. Ma ancor più convincente potrebbe essere stato il grido dell'Unicef arrivato proprio ieri  - quando cioè Abadi si è recato al fronte a parlare con i suoi generali - secondo cui almeno 20mila di quei civili sarebbero bambini.

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Alle pressioni internazionali va agginuta la volontà di tenere in sicurezza la capitale: Falluja è infatti ritenuta il quartier generale da cui è partita e viene supportata la campagna di attacchi siucidi su Baghdad, in un momento di forte confusione politica nel quale il premier ha bisogno della stabilità necessaria ad approvare il suo piano anti corruzione.

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