giovedì 1 aprile 2021
Tomazina Cassiano, una donna di 29 anni sfollata da Palma,  ha trascorso sei giorni nascosta nella foresta con la figlia di quattro mesi Josefina: è arrivata martedì all'aeroporto di Pemba

Tomazina Cassiano, una donna di 29 anni sfollata da Palma, ha trascorso sei giorni nascosta nella foresta con la figlia di quattro mesi Josefina: è arrivata martedì all'aeroporto di Pemba - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Se Hollywood ci avesse girato un film, lo avremmo giudicato poco credibile. Troppo ricco di colpi di scena, troppo carico di effetti speciali e scene truculente, pensate ad arte per incollarci allo schermo. E invece non è una sceneggiatura quanto accaduto nei giorni scorsi a Palma, la città più a nord del Mozambico, in quella provincia di Cabo Delgado in cui il gruppo jihadista degli shabaab (fedeli al Daesh, ma senza legami con l’omonima formazione somala), semina terrore da ormai quattro anni. Nella terra con la popolazione più povera di questo lontano Paese africano, una terra scopertasi troppo in fretta ricca di preziosi giacimenti di idrocarburi, va sciorinandosi quotidianamente un catalogo di drammatiche violenze e di interessi contrapposti. Centinaia di morti, migliaia di civili in fuga, testimonianze di bambini decapitati in pubblico, città senza più alcun controllo, in una spirale di abbrutimento che punta a colpire la nostra immaginazione di occidentali lontani e distratti.

«C’era il caos totale», hanno raccontato i sopravvissuti all’assedio dell’Amarula lodge durante l’attacco jihadista a Palma. Perché se di migliaia di civili fuggiti non abbiamo che poche frammentate testimonianze, dai dipendenti delle multinazionali qualcosa è trapelato. I primi colpi sparati nel pomeriggio di mercoledì scorso, una parziale evacuazione in elicottero, il tentativo di fuga su un convoglio di auto poi assalite dai jihadisti, un ponte di barche venuti a raccogliere i lavoratori su una spiaggia. Il tutto mentre gli estremisti assediavano l’ex paesino di pescatori sulle rive dell’Oceano Indiano che oggi ospita molti alberghi per gli stranieri che lavorano nel vicino giacimento di gas di Afungi, sfruttato dalla francese Total. Già il giovedì i jihadisti avevano travolto i militari mozambicani e preso il controllo di gran parte di Palma sotto il fuoco di mitra e mortai. Gli ospiti dell’Amarula, circa 200 persone, si erano rifugiati in alcune capanne tracciando un grande Sos di sassi sulla spiaggia. Una compagnia di sicurezza sudafricana, la Dag, era riuscita a soccorrerne solo una ventina. Il giorno dopo un convoglio aveva tentato la fuga via terra, venendo però attaccato dai jihadisti. Solo domenica le forze mozambicane dichiaravano di aver ripreso il controllo della città. I sopravvissuti dell’Amarula avevano poi raccontato di essersi nascosti, in attesa dei soccorsi, vicino alla spiaggia, dove vi erano molti corpi decapitati.

Su Twitter il gruppo Ahlu Sunnah Wal Jamaah, che la popolazione locale definisce shabaab (i giovani), ha rivendicato di aver ucciso «55 cittadini stranieri» e di aver preso il controllo di Palma, dove scontri sporadici tra i miliziani e le forze armate continuavano ancora ieri. Migliaia di civili, fuggiti nella boscaglia, sono ancora alla ricerca di un rifugio sicuro. Condividono la sorte dei quasi 700mila sfollati (oltre ai 2mila morti) provocati in questi anni dagli shabaab. Il reclutamento dei giovani estremisti è stato favorito dalla condizione di emarginazione economica di una regione in cui il governo statale ha rimosso intere comunità, favorendo concessioni a società alla ricerca di gas naturale e minerali preziosi. I predicatori estremisti hanno quindi fatto il resto, attraendo i giovani anche con la prospettiva dei soldi facili. Insieme alla francese Total, forti interessi nell’area – per il gas si parla di un affare da 150 miliardi di euro – hanno anche l’Eni e l’americana ExxonMobil. Un governo opaco, risorse da sfruttare, l’instabilità provocata da un gruppo legatosi al peggio dell’estremismo globale, una popolazione locale disperata e in fuga. Gli ingredienti per il prossimo disastro africano sono già tutti lì.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: