venerdì 3 dicembre 2021
Il Consiglio d'Europa lancia l’ultimatum a Erdogan per la liberazione dell'attivista entro il prossimo 22 febbraio
Momento di protesta a Istanbul prima della sentenza

Momento di protesta a Istanbul prima della sentenza - Foto Ansa

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Il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa lancia l’ultimatum al presidente Recep Tayyip Erdogan. Come richiesto da una sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu), la Turchia rischia di essere severamente sanzionata se entro il 22 febbraio 2022 non interviene per la liberazione di Osman Kavala, attivista dei diritti umani e presidente di Anadolu Kultur.

Kalava si trova in carcere da quasi tre anni: dopo una prima assoluzione, viene immediatamente condotto ancora in prigione con una nuova accusa. Nel dicembre del 2019 la Corte europea aveva stabilito che la detenzione di Kavala era avvenuta in assenza di prove sufficienti, rilevando che il suo arresto e la custodia cautelare perseguivano lo scopo di «metterlo a tacere e dissuadere altri attivisti in difesa dei diritti umani» e ordinando al governo turco di prendere ogni misura per porre fine alla detenzione. La sentenza è diventata definitiva nel maggio 2020 e a quel punto il caso è passato al Comitato dei ministri perché vigilasse sulla sua esecuzione. Non riuscendo a garantire l'immediato rilascio, il Comitato ritiene che la Turchia si rifiuti di attenersi alla sentenza definitiva della Corte in questo caso e ha decretato l'ingiunzione.

Attualmente in Turchia si contano 125 sono giornalisti sotto inchiesta, 90 in carcere in attesa di giudizio. Soros rosso, così è stato ribattezzato il protagonista da Erdogan, è simbolo dell'opposizione civile che il resto del mondo ancora ignora e di ciò che può accadere a chi si oppone al regime guidato dal presidente turco.

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