venerdì 6 novembre 2020
Il democratico è in (leggero) vantaggio in Arizona e in Nevada. "Dice il falso", e i network lo silenziano. La Cnn: Trump non riconoscerà la sconfitta
Biden verso la Casa Bianca: passa avanti in Pennsylvania. In Georgia si riconta

Reuters

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A un soffio dalla Casa Bianca. Potrebbe parlare nella serata italiana Joe Biden, il candidato democratico ormai avviato alla vittoria nelle presidenziali statunitensi, in vantaggio in 4 Stati, dei 5 "in bilico", sul presidente repubblicano Donald Trump. Gli basterebbe conquistarne 2, o anche la sola Pennsylvania, per essere dichiarato vincitore. Subito dopo la chiusura dei seggi, la mattina del 4 in Italia, il 77enne ex vice presidente aveva dichiarato: "Vinceremo in Pennsylvania".

Intanto l'aviazione Usa ha chiuso lo spazio aereo sopra la casa di Biden a Wilmington, in Delaware, per un raggio di un miglio. La Federal Aviation Administration, riferisce la Cnn ha temporaneamente sospeso il sorvolo anche sul vicino Chase Center, dove è possibile che Biden faccia il suo discorso in caso di vittoria. La chiusura dello spazio aereo spetta i presidenti.

La situazione nei 5 Stati "in bilico"

Sui cinque Stati chiave nei quali si gioca il risultato delle presidenziali Usa, appeso al conteggio delle ultime schede, Biden è in testa in ben quattro. L'unica eccezione è il Nord Carolina dove il vantaggio del repubblicano è consistente: circa 77mila voti, con il 94% di schede scrutinate.

Secondo i dati della Associated Press, il democratico è dunque passato in vantaggio su Trump anche in Pennsylvania, lo Stato che vale 20 voti elettorali. Con il 98% delle sezioni scrutinate, Biden conduce per oltre 9mila voti. Mancano però ancora diverse migliaia di schede da contare, provenienti dalla città di Filadelfia, e lo scrutinio richiederà tempo perché devono essere controllate le date e le firme su alcune delle schede, ha riferito un funzionario alla Cnn. Se lo scarto tra i due contendenti sarà inferiore allo 0,5%, il riconteggio sarà automatico.

La stessa cosa accadrà in Georgia, dove l'ex vice di Obama è passato in testa (16 voti elettorali): con il 99% di sezioni scrutinate, Biden è avanti di 1.100 voti. Il margine di voti che dividono i due contendenti è troppo ristretto e il segretario di Stato Brad Raffensperge ha già fatto sapere che si procederà al riconteggio delle schede che può essere richiesto da un candidato se il margine di differenza è inferiore allo 0,5% dei voti espressi (ed è proprio questo il caso). In Nevada (6 voti elettorali) ha un margine di oltre 22mila voti in più ma le sezioni scrutinate non sono ancora terminate. In Arizona (11 voti elettorali), con la quasi totalità di sezioni scrutinate, Biden ha un vantaggio di 43mila voti, un po' meno della mattina.

Per l'Ap, che dà per assegnata l'Arizona, Biden ha conquistato 264 grandi elettori e Trump è fermo a 214. Più cauti i conteggi della Cnn, che attribuisce 253 voti a Biden e 214 a Trump.

Il "magic number" è 270 voti, necessari per assicurarsi la presidenza. Per arrivare a 270 grandi elettori, Biden deve prevalere in due Stati tra Arizona (11), Nord Carolina (15), Nevada (6) e Georgia (16) oppure vincere nella sola Pennsylvania (20). Trump dovrebbe invece conquistare 56 voti.

Trump non ci sta e continua ricorsi legali

"Queste elezioni non sono finite" ha scritto su Twitter lo staff di Trump. "La falsa proiezione di Joe Biden come vincitore si basa sui risultati di quattro stati che sono lontani dall'essere completi", si legge in una nota.

La Cnn, facendo riferimento a conversazioni che Trump avrebbe avuto con alcuni membri della sua campagna elettorale, tra cui il capo dello staff Mark Meadows, afferma che il tycoon non ha intenzione di riconoscere la vittoria a Biden, se lui dovesse perdere in Stati come la Georgia o la Pennsylvania. "Se si contano i voti legali" vinco io, continua a ribadire il repubblicano denunciando brogli e avviando un'azione legale in Nevada. Il tycoon è pronto a portare "la controversia legale" sul voto fino alla Corte Suprema.

Sempre stando alla Cnn, alla Casa Bianca sarebbero preoccupati su chi debba comunicare al presidente che la sua presidenza è finita: si fa con insistenza il nome del genero, Jared Kushner.

Le tv in imbarazzo "tolgono la parola" al presidente

Nella notte americana, diverse emittenti televisive hanno deciso di interrompere la diretta di Trump, che aveva indetto la prima conferenza stampa alla Casa Bianca dall'Election Day. Alla platea di cronisti - a cui è stato impedito di porre domande - Trump è tornato a rivendicare la vittoria e a lanciare accuse di brogli e furti elettorali senza supportare le sue affermazioni con dati certi. Un po' troppo per i responsabili dei principali network.

Il primo a reagire è stato Brian Williams, di Msnbc. "Ci troviamo nell'insolita posizione di dover non solo togliere la parola al presidente degli Stati Uniti d'America, ma anche di dover correggere le sue parole" ha detto il conduttore, riprendendo il microfono 30 secondi dopo l'inizio del discorso, e senza più restituire la linea alla Casa Bianca. "Da quanto sappiamo, non esistono voti irregolari, e Trump non ha vinto queste elezioni" ha aggiunto Williams.

Una linea adottata anche da altre emittenti: Abc, Cbs, Nbc e Cnbc. David Muir, di Abc, in un'editoriale ha spiegato: "Sapevamo esattamente quello che Trump stava facendo, sfruttando la vasta audience attraverso i telegiornali di tutto il Paese". La redazione dell'emittente ha deciso che era giusto "tirarsi fuori" e "fare fact-cheking in tempo reale".

Shepard Smith, di Cnbc, ha dovuto ammettere che "in 30 anni di carriera non avevo mai fatto una cosa del genere". Il conduttore ha aggiunto: "Però se qualcuno usa la nostra emittente per influenzare e mentire, noi dobbiamo fermarlo".

Quanto a Fox News e Cnn, entrambe hanno trasmesso il discorso fino alla fine, salvo poi "correggere" e condannare i contenuti di quell'intervento. "È veramente un fatto triste" ha commentato Dana Bach, di Cnn, ricordando che il presidente da mesi "prepara i suoi sostenitori a questo momento". Persino Bret Baier, di Fow News, emittente vicina ai repubblicani, al termine del discorso ha detto: "Non ci sono prove di quanto è stato appena detto".

Leadership repubblicana riluttante a seguire Trump

Si sgretola il sostegno per Donald Trump all'interno del Partito repubblicano. Il senatore Roy Blunt, molto vicino al leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell, ha reso noto che sono molti gli esponenti della leadership del partito a non essere disposti a seguire il presidente sulla strada del caos costituzionale, se cercherà di ostacolare il trasferimento dei poteri.

Due arresti a Filadelfia

La polizia di Filadelfia ha arrestato due uomini armati vicino al Pennsylvania Convention Center, dove si contano le schede elettorali. La polizia ha detto che sono stati presi in custodia e che, presumibilmente, sono entrati in città, armati di pistole, da fuori dallo Stato in Hummer.

La notizia degli arresti arriva dopo che una tv locale ha riferito che gli agenti hanno sventato un potenziale complotto per attaccare il centro congressi che coinvolgeva un gruppo armato in viaggio dalla Virginia in Hummer. L'Fbi si occupa del caso. Uno degli uomini potrebbe non avere il permesso di portare un'arma da fuoco.

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