venerdì 5 maggio 2017
Altri lanci di uova contro la populista alla Cattedrale di Reims, mentre il centrista avanza fino al 63% contro 37. Appello della propaganda jihadista ai lupi solitari: colpite candidati e seggi
Macron allunga su Le Pen e il Daesh minaccia ancora
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In Francia la resa dei conti si avvicina per Emmanuel Macron e Marine Le Pen, dopo la chiusura ufficiale, questa sera, della campagna elettorale per l’Eliseo. Ma gli elettori francesi sono davvero così elettrizzati dallo scontro fra i due ex outsider? Alla vigilia del voto di domenica, sembra l’ultima grande incognita.
Sulla carta, per il centrista ed europeista Macron, la vittoria sembra a portata di mano. Anche gli ultimi sondaggi hanno confermato «l’effetto boomerang» prodotto dal duello televisivo veemente di mercoledì sera. Come se gli attacchi spregiudicati della xenofoba e antieuropea Le Pen (Fronte nazionale), poi spesso valutati come «indegni» di una tenzone per l’Eliseo, fossero tutti rimbalzati rovinosamente contro l’ultranazionalista.

Macron è ormai dato dai diversi istituti fra il 61,5% e il 63% (contro il 37 della populista). Più in alto che mai. E in vista delle legislative di giugno, secondo Opinionway, il movimento En Marche! di Macron può conquistare la maggioranza all’Assemblea Nazionale: fra 249 e 286 deputati. Ma gli esperti invitavano ieri a considerare pure un altro «record» che il voto di domani potrebbe riservare: una partecipazione appena al 75%, secondo l’istituto Odoxa. La più bassa dal lontano 1969. In altri termini, un elettore su quattro pronto a ingrossare l’astensionismo. Macron seduce e sorprende la Francia, certo. Ma nei meandri profondi dello stesso Paese c’è pure chi non digerisce il suo stile da perfetto «primo della classe». Da qui, un ragionamento che s’insinua ed emerge a tratti persino fra le pieghe di quei milieu che sono piuttosto favorevoli al centrista: che il nuovo «Bonaparte» o «Piccolo Principe» vinca pure, ma preferibilmente senza i numeri vertiginosi che ottenne nel 2002 il neogollista Jacques Chirac, quando dovette scontrarsi al ballottaggio con il padre di Marine, Jean-Marie.

La populista a Reims tenta di ribaltare la situazione

Ieri inoltre si sono ripetuti i lanci di uova contro la leader del Front che è stata fatta uscire da una porta secvondaria della Cattedrale di Reims per non essere colpita. Una situazione, nella storica cattedrale delle incoronazioni d’intere dinastie, che Le Pen ha cercato di piegare a proprio favore, mostrandosi indignata via Twitter: «I sostenitori del signor Macron agiscono con violenza ovunque, anche alla Cattedrale di Reims, un luogo simbolico e sacro. Nessuna dignità». Per tutto il giorno, nel frattempo, Hollande ha dispensato avvertimenti ai connazionali, impiegando pure l’argomento della dissuasione atomica francese: «Può essere messa nelle mani di chiunque? No!».

Torna in scena anche la propaganda jihasdista, dopo che ieri un ex militare 34enne («che aveva giurato fedeltà al Daesh») è stato fermato con armi sull'auto nei pressi di una base aerea militare di Evreux, a nord di Parigi. Uccidete i candidati al ballottaggio per le presidenziali in Francia e il personale nei seggi, è stato invece l'appello che il Daesh lancia ai “lupi solitari” nella versione francese del magazine “Rumiyah”, pubblicato online alla vigilia del voto. Lo riferisce Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul Web. «Non dimenticate il vostro dovere di musulmani, scegliete un candidato per ucciderlo e un seggio per darlo alle fiamme», recita l’enfasi della propaganda jihadista in francese.

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