mercoledì 3 maggio 2017
Il monito dei monsignor Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale, ai due al ballottaggio, Le Pen e Macron: rispetto della dignità di ogni persona umana e l’accoglienza verso l’altro
I vescovi: i politici si interroghino sul 40% che ha votato per gli estremi
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Monsignor Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese, ha risposto agli interrogativi più frequenti dei fedeli transalpini in vista del ballottaggio presidenziale di domenica prossima. «Per noi, cristiani, queste elezioni sono un fondamento molto importante della nostra vita democratica. Si iscrivono in un processo che deve garantire la pace sociale, l’unità della nostra nazione, la prosperità al servizio di tutti. Ma l’elezione presidenziale non dovrebbe essere considerata come fine a se stessa». Monsignor Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale francese, l’ha ricordato nel giorno dello svolgimento del dibattito televisivo fra i finalisti della corsa all’Eliseo, Marine Le Pen e Emmanuel Macron.

Di fronte agli interrogativi dei fedeli, il presule ha precisato perché la Conferenza anche in quest’occasione ha rispettato la propria condotta tradizionale che consiste nel sottolineare le poste in gioco centrali dello scrutinio per la coscienza dei credenti, senza esprimere preferenze per i candidati. «Occorre riconoscere che è difficile farsi un’opinione in questo clima isterico. Ma cos’è più facile, dire di votare per un tale o tal altro, o invitare alla riflessione e al discernimento?», ha dichiarato monsignor Pontier in un intervento sotto forma di domande e risposte pubblicato sul sito Internet della Conferenza.

Richiamando un documento pubblicato dai vescovi all’inizio della campagna elettorale, il presule ha citato alcuni temi forti rispetto ai quali la coscienza di un cristiano non può restare insensibile: «Il rispetto della dignità di ogni persona umana, l’accoglienza verso l’altro nella sua diversità, l’importanza della famiglia e il rispetto della filiazione, la necessità di rispettare la libertà di coscienza, l’apertura al mondo, l’equa ripartizione delle ricchezze, l’accesso al lavoro, a una casa». In proposito, «nessun programma risponde a tutti questi criteri». Ma il presule sottolinea l’importanza di recarsi alle urne: «Abbiamo la fortuna di essere in democrazia, il nostro voto conta». Ai politici, invece, gioverebbe probabilmente interrogarsi sul perché «più del 40% dei francesi al primo turno hanno votato per gli estremi».

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