giovedì 25 luglio 2013
​L'avvertimento: i militari ricorreranno alle armi «per fronteggiare la violenza ed il terrorismo». Il messaggio arriva nella vigilia della manifestazione organizzata dai Fratelli Musulmani per protestare contro la destituzione di Morsi.
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L'avvertimento dei militari egiziani è deciso: non useranno le armi contro il popolo, ma vi ricorreranno «per fronteggiare la violenza ed il terrorismo». Tutte le forze politiche egiziane, prosegue il messaggio, hanno «48 ore per allinearsi» al processo politico guidato dall'esercito.Una minaccia diretta ai Fratelli Musulmani, che non hanno accettato la destituzione del presidente Mohamed Morsi e che domani saranno in piazza per chiederne ancora una volta il reintegro. «Le nobili folle egiziane - ha detto Mohamed Badie, guida generale dei Fratelli Musulmani - eserciteranno i loro diritti in modo pacifico. Scendete in strada e fate vedere che siete lì per la libertà e la legittimità e contro il golpe». Un'altra manifestazione, sempre venerdì, è quella organizzata dalle stesse Forze Armate, che hanno invitato la popolazione a scendere in piazza per «sostenere gli sforzi della presidenza per una riconciliazione nazionale». Oggi, intanto, si è consumata un'altra giornata di violenza. Due militari egiziani sono stati uccisi e quattro feriti in un attacco eseguito contro un checkpoint nella penisola del Sinai, nel nord dell'Egitto. Salgono così a oltre 30 i soldati egiziani uccisi nel Sinai dalla destituzione del presidente Mohamed Morsi, lo scorso 3 luglio.
 
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