venerdì 8 aprile 2022
Arsanios Wadid, 56anni, è stato assassinato mentre era in auto da un uomo di 60 anni che è stato arrestato. Dubbi sul movente: per le autorità l'uomo soffre di disturbi psichici
Arsanios Wadid

Arsanios Wadid - .

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Un prete copto è stato pugnalato a morte in Egitto: una coltellata alla nuca, inesorabile. È avvenuto giovedì sera sulla promenade di Alessandria d’Egitto. E oggi si sono già celebrati i funerali. «Nelle preghiere, noi invochiamo i martiri prima dei grandi monaci», racconta un confratello del prete ucciso. Non tutti i fedeli accorsi nella cattedrale copta di Alessandria hanno però questa serenità. Infatti, il commento più ricorrente è stato uno solo: «Faranno passare l’assassino per un pazzo, vedrete». In effetti, oggi pomeriggio, il governo ha subito precisato che l’arrestato per il delitto «soffre di problemi psichici e quindi il movente terroristico è da escludere».

La dinamica dell’omicidio è stata ricostruita dai testimoni. Arsanius Wadid, 56 anni, si trovava con un gruppo di giovani della sua parrocchia ortodossa nella zona di Sidi Bishr, sulla Corniche della metropoli mediterranea, quando – erano le otto di sera e i musulmani stavano ormai consumando l’iftar del Ramadan – è stato avvicinato da un uomo che gli ha assestato una pugnalata mentre stava salendo su un pullman. Il sacerdote è stato trasferito d’urgenza all’ospedale militare di Sidi Jaber, ma è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. L’assassino, un 60enne con la barba del quale non è stato fornito il nome, è stato subito bloccato prima di essere consegnato alla Procura generale per essere interrogato.

E fino a questa sera, né le autorità giudiziaria né il ministero dell’Interno hanno fornito indicazioni sul movente dell’aggressione. La notizia è rimbalzata prepotentemente sui giornali e i social media, suscitando grande commozione e dolore tra i membri della comunità copta. La vittima era conosciuta ad Alessandria e stimata per il suo impegno educativo e sociale. Ordinato nel 1995 nella Chiesa copto-ortodossa, Arsanios era il parroco della Chiesa della Vergine Maria e di San Paolo che ha fondato nel rione di Moharam Bek. Nel giro di poche ore erano giunti i cordogli delle massime autorità religiose del Paese. Prima dal patriarca di Alessandria dei copti cattolico, Ibrahim Isaac Sedrak, a nome della Conferenza dei patriarchi e vescovi cattolici d’Egitto, poi anche dal Grande Imam di al-Azhar. Nel suo messaggio, lo sceicco Ahmed al-Tayyib ha espresso le sue «sincere condoglianze» al patriarca della Chiesa ortodossa copta, Tawadros II, e «a tutti i cristiani». Al-Tayyib – si legge sul sito del più influente centro dell’islam sunnita – invita «tutti a notare che questo incidente e altri analoghi sono una strada spianata per scatenare guerre di religione tra i figli della stessa patria».

Restano però molti dubbi. A sollevarli anche Patrick Zaki: «Negli ultimi anni padre Arsanious Wadid» era «già stato minacciato da persone appartenenti a gruppi islamici di essere ucciso se non avesse chiuso la chiesa» di cui era parroco. Il timore espresso dai fedeli accorsi in massa ai funerali del sacerdote non nasce dal nulla. Far passare gli autori degli atti contro i cristiani per «squilibrati mentali» era diventata una prassi frequente, e non solo in Egitto. «Ci fidiamo della giustizia – ha detto l’avvocato dei familiari di Arsanios, Sameh Zaghloul – e abbiamo elementi per sostenere che il gesto si premeditato».


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