martedì 26 febbraio 2013
​Il “Fronte di salvezza nazionale”, che rappresenta la maggior parte delle opposizioni egiziane, ha deciso all’unanimità di boicottare le prossime elezioni parlamentari – previste per il 22 aprile – a causa della mancanza di trasparenza e garanzie.
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Il “Fronte di salvezza nazionale”, che rappresenta la maggior parte delle opposizioni egiziane, ha deciso all’unanimità di boicottare le prossime elezioni parlamentari – previste per il 22 aprile – a causa della mancanza di trasparenza e garanzie. Nei giorni scorsi, vari gruppi che compongono l’opposizione avevano preannunciato un «no» alla proposta di dialogo lanciata dal presidente Mohammed Morsi, evidenziando che, nonostante le dichiarate aperture, il leader egiziano «continua a prendere le sue decisioni – come quella di fissare la data del voto – senza consultare nessuno e senza dare ascolto alle richieste delle forze politiche e alle loro osservazioni sulla legge elettorale». «Abbiamo chiesto un dialogo serio fra le forze politiche, e le dimissioni di un governo incapace e del procuratore generale, ma tutte queste richieste sono state respinte», ha affermato Sameh Ashour, portavoce del Fronte. «Ci ha persino sorpreso che ci sia stata una convocazione del presidente per “garantire” il processo elettorale – ha aggiunto –. Non è possibile “garantire” alcunché nel momento in cui ci sono misure di repressione in Egitto». Secondo l’agenzia nazionale “Mena”, le tre Chiese in Egitto, ortodossa, cattolica e anglicana, hanno rifiutato di partecipare al dialogo indetto da Morsi. Andre Zaki, della Chiesa anglicana, ha spiegato che i leader religiosi hanno ripetutamente provato a manifestare al presidente le loro obiezioni sulla Costituzione (voluta da Morsi e che si ispira ai principi della sharia, la legge islamica) senza ottenere riscontro.
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