lunedì 10 novembre 2008
Le due donne, di 61 e 67 anni, sono state rapite a Elwak, nel distretto settentrionalekeniota di Mandera, al confine con la Somalia, da un commandoarmato somalo appartenente al gruppo al Shabab. Lo hanno riferito fonti governative, sottolineando che i rapitori hanno anche rubato due veicoli. La notizia è stata confermata dalla Croce Rossa internazionale e da fonti locali. Il sequestro èavvenuto intorno alle cinque di mattina ore locali.
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Due suore italiane di 61 e 67 anni sono state rapite a Elwak, nel distretto settentrionalekeniota di Mandera, al confine con la Somalia, da un commandoarmato somalo appartenente al gruppo al Shabab. Lo hannoriferito fonti governative, sottolineando che i rapitori hannoanche rubato due veicoli. La notizia è stata confermata dallaCroce Rossa internazionale e da fonti locali. Il sequestro èavvenuto intorno alle cinque di mattina ore locali. Lereligiose sono state rapite dai loro alloggi.Intanto, ieri un altro operatore umanitario è statoassassinato nella cittadina di Jamame, a nord di Chisimaio, inSomalia, roccaforte dei miliziani fedeli alle deposte Cortiislamiche. Si tratta di Mohamud Sakow, responsabile localedella fondazione benefica americana 'Mercy Corps'. È statoaggredito e crivellato di proiettili mentre stava tornando acasa. Sempre ieri, altra giornata di sangue a Mogadiscio,teatro da oltre un anno dell'aspro conflitto tra le milizieislamiche e i soldati governativi sostenuti dalle truppeetiopiche. A farne le spese sono stati cinque civili morti ealtrettanti gravemente feriti. Una decina di giorni fa quattro cooperanti della ongfrancese 'Azione contro la famè (Acf) -due donne francesi, unabulgara e un belga- sono stati rapiti insieme ai due pilotikenioti che li accompagnavano a Dhusa Mareb, cittadina dellaSomalia centrale, vicino al confine con l'Etiopia.Negli ultimi mesi sono aumentati gli omicidi e i rapimentidi operatori umanitari stranieri in Somalia: quello deisequestri è un business molto redditizio. A praticarlo sono perlopiù bande criminali che agiscono autonomamente da clan emiliziani fedeli alle deposte Corti islamiche, anche se alcunirecenti sequestri sono stati compiuti dall'ala più estrema diShebab. Tuttavia, nella maggioranza dei casi gli ostaggivengono rilasciati dopo il pagamento di un riscatto. Nelle manidi gruppi somali ci sono ancora una dottoressa giapponese eun'assistente all'infanzia olandese dell'organizzazionefrancese 'Medicins du Mondè, che da settembre dovrebberotrovarsi in Etiopia. Un altro gruppo tiene in ostaggio duegiornalisti stranieri.
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