venerdì 20 maggio 2016
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il momento delle ipotesi, più che delle certezze. Quando un aereo scompare in volo, improvvisamente, occorre prudenza. Molteplici le cause. Alcune più probabili, altre meno. È credibile la pista dell’incidente? Apparentemente no. Un guasto tecnico o un’esplosione di un motore «sembrano poco probabili». Lo dicono molti esperti, Gérald Feldzer su tutti. Possiamo escludere una perdita di controllo per un’avaria improvvisa? L’A320 egiziano era (ed è) un aereo affidabilissimo. Nel trasporto a medio raggio ha sbaragliato tutta la concorrenza. Al punto che ogni 30 secondi ne vola uno. La compagnia che lo operava, Egyptair, non è cer-È to l’ultima arrivata. Non è mai entrata nelle liste nere. È certificata, con tanto di autorizzazione a servire l’Europa, dove vigono norme di sicurezza aerea a dir poco stringenti. E c’è un particolare non secondario. L’evento di ieri si è verificato in pieno volo, a 11 mila metri di quota. Quella è la fase di crociera, quando le condizioni dell’aereo non potrebbero essere più stabili. Tutto gioca a favore. Nemmeno il meteo segnalava turbolenze. Poi ci sono le statistiche a parlar chiaro: quando avviene un incidente aereo, 8 volte su 10, non si verifica a quell’altezza. Un volo è vulnerabile è nelle fasi di decollo e di atterraggio, da sempre le più critiche. Certo, ne sapremo di più con l’analisi della scatola nera. Una volta ritrovata, capiremo i parametri del velivolo. Potremo riascoltare le comunicazioni e le voci in cabina di pilotaggio. E allora si scioglieranno moti dubbi. Sapremo perché, molto stranamente, non c’è stato il tempo di lanciare un Sos. Dobbiamo prepararci agli scenari più inquietanti. C’è stato fuoco di armi leggere sull’aereo? O forse è stato centrato da un missile? A bordo, dissimulati fra i passeggeri, c’erano tre agenti di sicurezza. Ogni compagnia aerea ha una politica ad hoc. L’Egyptair dimostra di aver avuto prudenza. Tre uomini per 66 passeggeri non è poco. Permettono di tenere d’occhio i comportamenti anomali e magari anticipare i malintenzionati. Difficile che qualcuno non autorizzato sia entrato nella cabina di pilotaggio, abbia preso le redini del velivolo e la decisione fatale. Ma se fosse stato necessario sparare? Un proiettile di piccolissimo calibro è affatto capace di perforare la carlinga, causando una depressurizzazione improvvisa. Perché allora da un mercantile greco assicurano di aver avvistato una fiammata in cielo? Si tratta forse di un’esplosione? Un missile aria-aria è un’idea già esclusa da tutti. Il velivolo di Egyptair era monitorato dai radar civili e militari. Non ci sono tracce misteriose su quelle coordinate. Poco probabile anche l’ipotesi di un missile terra-aria, come avvenuto nei cieli ucraini nel luglio 2014. I terroristi del Maghreb e del Sinai non hanno nessun’arma a lungo raggio. Solo qualche missile spalleggiabile, innocuo contro velivoli che viaggino a quote così alte. Attentati del genere avvengono a bordo pista. Come nel caso del B-757 dell’israeliana Arkia, centrato da una coppia di missili Strela-2M mentre decollava da Mombasa. Era il 2002. I terroristi si erano piazzati da ambedue i lati della pista, fuori dal perimetro aeroportuale. Attacchi del genere non si verificano più dal 2003, dalla Baghdad in piena guerra. La vittima era stato allora un cargo A-300 DHL europeo. Oggi l’ipotesi non sta in piedi. E allora s’impone la pista della bomba a bordo. Sempre più probabile. La caldeggiano in tanti. Soprattutto fonti americane (interne al governo) citate dalla Cnn. Si sono inseguite, poi, voci e smentite (attribuite a fonti dell’intelligence Usa), secondo le quali le immagini all’infrarosso raccolte dai satelliti spia americani in orbita sul Mediterraneo, avrebbero «suggerito con forza» che a bordo si è «verificata un’esplosione». John Earnest, portavoce della Casa Bianca, si vuole però ancora prudente: «È troppo presto per dirlo con certezza». Sarà prezioso recuperare i frammenti del velivolo. Se esplosione c’è stata, lì saranno rimaste tracce dell’esplosivo. Forse una bomba nei bagagli? Introdurre una bomba a bordo è difficilissimo. I controlli sono massimi, ma non ermetici. I terroristi hanno dimostrato in passato di saperli aggirare. Potrebbero aver usato componenti non rilevabili ai filtri. Poi assemblato un ordigno improvvisato. Tutto è possibile. Se di attentato si tratta, la rivendicazione non si farà attendere. Nel più classico stile jihadista. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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