venerdì 20 settembre 2019
Il divieto sarà abolito unicamente per le partite internazionali. Il 10 ottobre la prima con la Cambogia
La bandiera iraniana sventolata da una tifosa a Mosca, durante la Fifa 2018 (Ansa)

La bandiera iraniana sventolata da una tifosa a Mosca, durante la Fifa 2018 (Ansa)

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In Iran è caduto il divieto per le donne di andare allo stadio, sebbene le restrizioni continuino. La notizia è stata riportata, ancora una volta, con grande risalto dai media locali, anche se non è la prima volta che l’indiscrezione circola sui media per essere ogni volta smentita nei fatti.

Ieri, però, è arrivato il comunicato da parte del governo di Teheran che dovrebbe porre fine alla messa al bando delle donne negli stadi, durata quarant’anni. «Tutte le preparazioni necessarie sono state fatte in modo che le donne, inizialmente soltanto per le partite internazionali, possano entrare negli stadi di calcio», ha annunciato in una nota il ministro dello Sport, Masoud Soltanifar. L’annuncio dell’Iran arriva dopo lo sdegno del mondo per la morte di Sahar Khodayari, nota come “la ragazza in blu”: tifosa trentenne che recentemente si è data fuoco per non tornare in carcere dopo essere stata scoperta sulle tribune assieme agli uomini.

Da tempo la Fifa sta facendo pressioni per permettere alle donne di assistere alle partite allo stadio, cosa che dal 1979, anno della Rivoluzione islamica, è vietata. Il presidente iraniano Hassan Rohani, considerato di posizioni moderate, aveva mostrato aperture sul tema e occasionalmente sospeso il divieto (soltanto per rari incontri internazionali), scontrandosi però con il clero sciita più conservatore.

Ora, invece, la definitiva fine del divieto, ma sempre per partite contro squadre non iraniane, mentre non ci sono indicazioni per gli incontri tra quelle locali. La liberalizzazione è attesa dalla partita che il 10 ottobre la nazionale maschile giocherà contro la Cambogia allo stadio Azadi di Teheran per le qualificazioni al Mondiale del 2022 in Qatar. Ingressi, bagni e luoghi di ristoro sono già stati predisposti con spazi separati per uomini e donne.

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