martedì 1 marzo 2011
Una lettera aperta indirizzata alla Merkel e firmata da circa 23mila tra accademici, dottorandi e semplici cittadini criticava la gestione della cancelliera, che fa una «parodia» del dottorato di ricerca.
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Alla fine ha lasciato. Il ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg, stella nascente della Cdu si è dimesso a seguito del cosiddetto Copygate. La notizia era stata anticipata dall'edizione on line della Bild. Il quotidiano precisa che il ministro ha già consegnato le sue dimissioni alla cancelliera Angela Merkel. Termina così in maniera drammatica la vicenda nata dalla scoperata che il ministro della Difesa aveva copiato gran parte della sua tesi di dottorato. Sulla vicenda era intervenuto di nuovo anche il presidente del Bundestag, il conservatore Norbert Lammert (Cdu), che già nei giorni scorsi era stato critico nei confronti di Guttenberg: il caso, aveva detto lunedì al quotidiano Mitteldeutsche Zeitung, rappresenta un «chiodo nella bara della fiducia nella nostra democrazia». Parole forti, che erano seguite alla pubblicazione di una lettera aperta indirizzata alla Merkel e firmata da circa 23mila tra accademici, dottorandi e semplici cittadini: nella missiva si criticava la gestione della cancelliera, che fa una «parodia» del dottorato di ricerca. Se fino alla settimana scorsa Guttenberg era stato assediato solo dalle forze politiche d'opposizione, quindi, da oggi la pressione comincia a salire anche all'interno della coalizione di governo.«È la decisione più dolorosa della mia vita», ha detto il ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, in una breve dichiarazione alla stampa dopo aver rassegnato le dimissioni dall'incarico. «Non si lascia facilmente un incarico che si è svolto con il cuore», ha aggiunto il 39enne Guttenberg nella sede del suo ex ministero, precisando che non si è dimesso per la vicenda in sé, ma perché il peso dello scandalo ricade ora su tutti i militari. Tutti i media focalizzano l'attenzione sulla sua persona e sulla sua tesi di dottorato, ha lamentato l'ormai ex ministro, invece di concentrarsi sui soldati feriti o uccisi in Afghanistan.
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