martedì 4 novembre 2008
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Voto cattolico, gran grattacapo per i sondaggisti. Già, perché indovinare dove andranno le preferenze dei cattolici americani nel voto di oggi è questione ancora aperta. Se nella scorsa tornata del 2004 il 51% dei cattolici aveva votato George W. Bush grazie alla sua attenzione ai "temi etici" (aborto, eutanasia, coppie gay, "), questa volta tra John McCain e Barack Obama la partita è più aperta. Pochi giorni fa il New York Times, notoriamente pro-Obama, ha citato un sondaggio secondo cui tra gli elettori cattolici il candidato democratico avrebbe un vantaggio di 22 punti rispetto a quello repubblicano. È più ridotto il distacco tra i due nell'alveo cattolico a giudizio l'istituto Ibd/Tipp, secondo cui McCain avrebbe un gap di 9 punti. Insomma, le preferenze dei 67 milioni di cattolici presenti negli States (pari al 22% degli americani) fanno gola ai due pretendenti. C'è poi da notare che alcuni tra gli Stati decisivi per la corsa verso Washington hanno una spiccata presenza cattolica: è il caso del Nevada (32%) e della Pennsylvania (28,4%). Dall'episcopato americano sono arrivate indicazioni precise e dettagliate su come un credente debba motivare il suo voto. La Conferenza episcopale statunitense ha diffuso un documento, «Forming Cosciences for Faithful Citizenship» " «Formare le coscienze per una cittadinanza credente» " in cui ha esposto i criteri-guida per un elettore cattolico. In primo piano i vescovi americani hanno posto sette-concetti chiave da tener presente al momento di entrare nelle cabine: «Il diritto alla vita e la dignità della persona umana»; la «chiamata alla famiglia, alla comunità e alla partecipazione», «il diritto a esercitare la libertà religiosa in forma pubblica e privata»; «l'opzione per i poveri e i deboli»; «la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori»; «la solidarietà»; la «cura del Creato di Dio». I vescovi sono consci che questi temi attraversano i due partiti in campo: «Questi temi della Dottrina sociale della Chiesa offrono una cornice morale non facilmente qualificabile come di "destra" o di "sinistra", "liberale" o "conservatrice" " scrivono i presuli ". Noi non siamo né settari né sostenitori di un partito, ma traduciamo principi etici fondamentali comuni a tutte le persone». Il documento precisa un dato fondamentale: «Come cattolici non siamo elettori legati ad un'unica questione. Una posizione di un candidato non è sufficiente a garantire l'appoggio di un votante. Ma la posizione di un candidato su una tematica specifica che riguarda il male intrinseco, come il sostegno all'aborto legale o la promozione del razzismo, può legittimamente condurre un elettore ad escludere il suo appoggio al candidato medesimo». Alcuni analisti hanno letto qui un'indiretta presa di posizione nei confronti di Obama e della sua posizione riguardo l'aborto, sebbene il suo vice, Joe Biden, sia notoriamente cattolico. Il candidato democratico, infatti, nelle scorse settimane aveva affermato che uno dei suoi primi provvedimenti da inquilino della Casa Bianca sarebbe stato approvare il Freedom of Choice Act (Foca), una legge che allargherebbe le maglie giuridiche in tema di interruzione di gravidanza. Contro il Foca si è già espresso il cardinale Justin Rigali, arcivescovo di Philadelphia: tale norma, secondo il porporato, «annullerebbe ogni sforzo per ridurre il numero di aborti». Ancora più duro verso il pro-choice Obama è stato l'arcivescovo di Denver, monsignor Charles Chaput " curiosità: in gioventù fu un attivista democratico ", il quale lo ha definito «il candidato più impegnato per il diritto all'aborto». Secondo il sito web catholicinside.com, sono stati oltre 80 i vescovi americani che hanno definito l'aborto come la «questione-centrale» del voto odierno. Il vescovo di Kansas City ha avvertito che il voto democratico «rende partecipi dell'atto dell'aborto» pratica di cui Obama è un «fanatico». L'ultimo è stato il cardinale di Boston, Sean O'Malley: ieri ha ribadito che la difesa della vita umana è il "centro" della dottrina cattolica in ambito sociale e rappresenta «una difesa della visione democratica».
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