mercoledì 28 giugno 2017
L'azione che ieri ha paralizzato anche i controlli della centrale atomica di Cernobyl, colpendo di nuovo in Europa e Usa, oggi ha raggiunto anche l'India. «Italia secondo Paese più colpito»
La centrale nucleare di Cernobyl è sempre sotto osservazione dopo l'incidente del 1986: ieri gli hacker l'hanno colpita senza provocare però problemi alla sicurezza (Ansa)

La centrale nucleare di Cernobyl è sempre sotto osservazione dopo l'incidente del 1986: ieri gli hacker l'hanno colpita senza provocare però problemi alla sicurezza (Ansa)

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Gli attacchi degli hacker al servizio di potenziali entità ostili preoccupano la Gran Bretagna, che ormai non esclude la possibilità di considerarli materia di risposta militare in avvenire, raid aerei compresi. L'avvertimento, per ora senza destinatari precisi, arriva dal ministro della Difesa, Michael Fallon, citato dai media britannici. Londra si è già attrezzata per contrattacchi interni "al cyberspazio" ma, aggiunge, in futuro "potrebbero" essere decise anche reazioni asimmetriche "in ogni ambito: per cielo, per terra o per mare".

Azioni anche in India

Intanto l'attacco, dopo aver colpito in Europa e Stati Uniti è giunto anche in Cina. Il governo indiano ha confermato oggi che uno dei terminal del Jawaharlal Nehru Port (Jnpt), il più grande in India per quanto riguarda il traffico di container, è stato colpito nel nuovo attacco hacker planetario. Al riguardo il ministero della Navigazione marittima ha precisato che ad essere attaccato è stato il terminale del conglomerato danese Maersk, che ieri sera era pressoché paralizzato e costretto a svolgere le operazioni più urgenti manualmente. Frattanto, l'agenzia di stampa Bloomberg riferisce che ci sono segnali che il visus informatico sta iniziando a diffondersi anche in Cina, anche se, aggiunge, non sono stati segnalati attacchi su larga scala.

Colpita anche la centrale di Cernobyl

E si fanno anche i conti dei danni provocati dall'azione degli hacker che hanno posto il mondo di nuovo sotto scacco di un attacco informatico internazionale con riscatto. Il primo Paese ad essere colpito è stata l'Ucraina dove sono stati infettati i computer di agenzie governative, della metropolitana e dell'aeroporto; poi l'attacco si è diffuso in Russia e infine in Europa e America. Il gigante petrolifero russo Rosneft è stato costretto a usare un server d'emergenza, gli hacker sono entrati anche nella centrale di Chernobyl, tuttora sotto osservazione dopo l'incidente del 1986. Colpite anche l'azienda farmaceutica Merck, la tedesca Nivea e l'azienda di biscotti Oreo. L'attacco si è svolto con modalità simili al precedente di maggio, "wannacry": un virus infetta il pc e blocca tutti i dati chiedendo un riscatto per riaverli. "Apparentemente la gente riceve un'email con un allegato. Lo aprono e il loro computer e quello di tutta la compagnia viene infettato", spiega l'esperto di cyber criminie russo Sergeij Nikitin. "Rispetto al vecchio virus, Petya, questo è qualcosa di nuovo da esaminare". "Non è un attacco politico - ha concluso - "sono criminali che vogliono soldi.

Intanto sembra emergere che l'Italia è il secondo Paese dopo l'Ucraina più colpito dal virus che ieri ha provocato un massiccio attacco hacker. Lo dicono - a rigor del vero - i ricercatori di Eset, produttore europeo di software per la sicurezza digitale. In Ucraina al momento è stato registrato il 78% delle rilevazioni, in Italia il 10% e, a seguire ci sono Israele (5%), Serbia (2%) poi Romania, Stati Uniti, Lituania e Ungheria con l'1% delle rilevazioni.

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