lunedì 20 luglio 2015
Oggi riaperte le ambasciate, dopo l'intesa tra Obama e Castro per ristabilire le relazioni. Ecco i nodi che restano da sciogliere.
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Dopo 54 anni, Usa e Cuba hanno ufficialmente ristabilito le relazioni diplomatiche con la riapertura di ambasciate nelle rispettive capitali, segno tangibile di quel disgelo cominciato il 17 dicembre dicembre scorso, grazie alla mediazione di papa Francesco, con lo storico annuncio di Barack Obama e Raul Castro.Qui Washington. Per la prima volta dal 1961, la bandiera cubana è stata issata al dipartimento di Stato americano. Nel primo pomeriggio (le 10.30 locali) la cerimonia ufficiale alla rappresentanza diplomatica dell'isola a Washington, a soli 3 chilometri dalla Casa Bianca: presente il ministro degli Esteri dell'Havana, Bruno Rodriguez, che in seguito verrà ricevuto dal collega statunitense, John Kerry, prima di tenere insieme una conferenza stampa. È la prima visita ufficiale di un ministro degli Esteri dell'isola castrista dal 1959. Qui l'Havana. Apertura senza fanfare, invece, per la rappresentanza americana all'Havana dove i diplomatici attendono il viaggio dello stesso Kerry, annunciato per il 14 agosto, per far sventolare con tutti gli onori la bandiera a stelle e strisce.Ecco i nodi da sciogliere. Nonostante i passi avanti tra Washington e l'Havana, restano diversi nodi da sciogliere, tra i quali il tema delle violazioni dei diritti umani da parte del regime castrista. Su questo sono andati all'attacco alcuni repubblicani, tra cui Marc Rubio, figlio di immigrati cubani e uno dei candidati alle primarie del Gop per le presidenziali del 2016. "Questo riconoscimento - ha sottolineato - in qualche modo manda un messaggio ai dissidenti nel mondo che gli Stati Uniti accettano la forma di governo cubana attuale come legittima". Dall'altra parte, Raul Castro ha esortato Obama a usare i suoi poteri esecutivi per "smantellare" l'embargo economico in vigore contro l'isola dal 1960, ritenuto il principale ostacolo a una completa normalizzazione delle relazioni. Inoltre, pesa la questione delle compensazioni per le proprietà americane confiscate dopo la rivoluzione cubana nel 1959 e sulle quali sono stati aperti quasi 6mila contenziosi negli Stati Uniti per un valore tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari. Infine, Washington vorrebbe il ritorno in patria di diversi fuggitivi ricercati negli Usa, come un ex attivista delle Pantere Nere, Joanne Chesimard, sotto accusa per l'omicidio di un poliziotto nel New Jersey nel 1973 e riparato a Cuba nel 1984.

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