venerdì 9 luglio 2021
L'associazione che, dal 1950, ha inviato oltre 1.600 medici e infermieri in 41 Paesi ha presentato il bilancio sociale 2020. Sono stati assistiti oltre mezzo milione di bambini sotto i cinque anni
Esponenti del Cuamm presentano il rapporto sociale dell'associazione

Esponenti del Cuamm presentano il rapporto sociale dell'associazione - Cuamm

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Un totale di 2.335.567 pazienti assistiti in otto Paesi dell’Africa sub-Sahariana con 4.581 operatori impiegati sul campo, di cui 230 italiani. Un impegno che, nell’anno in cui la pandemia ha sconvolto le nostre vite, non ha mancato di rivolgersi anche all’Italia, con 4.507 volontari e tanta energia al servizio del nostro Paese.

È il bilancio sociale per l'anno 2020 di "Medici con l'Africa. Cuamm", associazione che, dal 1950, ha inviato oltre 1.600 medici e infermieri in 41 tra i Paesi più poveri del mondo soprattutto in Africa. In questo difficile anno di lotta al Covid-19 la sfida, per gli operatori del Cuamm, è stata anche più impegnativa e più difficile. La decisione di trasformare i conti annuali in bilancio sociale, strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da un'organizzazione, corrisponde all'impegno di questa associazione nei confronti degli individui che sono in essa direttamente coinvolti

"Il bilancio sociale è una naturale evoluzione del nostro rapporto di attività annuale, in linea con gli adempimenti richiesti dalla riforma del Terzo Settore. È lo strumento per misurare concretamente e dare conto, in modo trasparente, del lavoro che facciamo in Africa e in Italia. Abbiamo attraversato questo anno faticoso della pandemia, ma non ci siamo mai fermati e non abbiamo mai interrotto le attività. Il bilancio dice di numeri importanti, sono cresciute le risorse e le attività, per un impegno complessivo di 46.390.908 euro, dei quali solo il 7% è destinato a coprire costi di funzionamento e comunicazione", ha dichiarato Andrea Borgato, il vicedirettore dell'organizzazione.

"Tra i numeri più importanti del lavoro in Africa – ha sottolineato Fabio Manenti, responsabile del settore Progetti per il Cuamm – segnalo: 1.512.112 bambini sotto i 5 anni visitati, 212.095 parti assistiti, 18.657 pazienti messi in terapia antiretrovirale, 8.211 operatori sanitari formati, 5.413 bambini malnutriti trattati, 7.521 trasporti di emergenza. Il tutto cercando di resistere alla pressione del Covid-19 e all’impatto degli effetti indiretti sui sistemi sanitari in termini di calo degli accessi ai servizi, che in alcuni ospedali è arrivato anche al 20%".

Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Appoggia 23 ospedali e 80 distretti per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria.

Una testimonianza diretta del lavoro di questa associazione è stata quella di Giorgia Gelfi, oggi rappresentante del Cuamm in Mozambico, ma per lungo tempo responsabile dell’impegno in Sud Sudan: "Il 2020 si è aperto con una grande festa in Sud Sudan: l’inaugurazione della Pediatria di Rumbek. Poco dopo il Covid è arrivato anche in Africa con i lockdown e la chiusura degli aeroporti. Senza fermare le attività di cura e sostegno alla popolazione, abbiamo adottato tutte le misure necessarie per fronteggiare il virus che è andato ad aggiungersi a condizioni di instabilità e fragilità già elevate. Non meno difficile è la situazione del Mozambico con l’emergenza sfollati, tuttora in corso, a Cabo Delgado, nel nord del Paese. Sono state 600.000 le persone che hanno perso la casa nel 2020 su una popolazione di 1,2 milioni. Il Cuamm ha organizzato una risposta umanitaria che ha dovuto far fronte anche ad alcuni focolai di colera".

A indicare i nuovi fronti di impegno del Cuamm è stato Andrea Atzori, responsabile delle Relazioni internazionali, che ha spiegato che, per il 2020, il Cuamm ha dovuto riadattare il proprio piano di lavoro per far fronte alla sfida del Covid. "Lo abbiamo fatto strutturando la nostra risposta su 4 pilastri: proteggere gli operatori sanitari; mantenere aperte le strutture e metterle in sicurezza; sensibilizzare le comunità e strutturare delle partnership a livello internazionale per l’invio di materiale, attraverso un ponte aereo, per un totale di circa 14.000 chili di dispositivi di protezione per la prima emergenza", ha detto Andrea Atzori. In Italia il Cuamm ha sostenuto quattordici strutture sanitarie italiane in undici regioni diverse dando sostegno a gruppi vulnerabili in Puglia e a La Spezia e formando operatori sanitari".

"Crediamo che la fiducia sia fatta di trasparenza e vada meritata dando conto di quanto si fa e di come lo si fa, riportando con serietà e chiarezza i risultati raggiunti, i successi ma non solo: anche i limiti e i fallimenti. Siamo profondamente convinti che la cooperazione possa essere davvero strumento di cambiamento e questo bilancio sociale lo testimonia. Se guardo al 2020 abbiamo sperimentato che la solidarietà si vive ovunque, vicino e lontano. La solidarietà è globale, come la salute, e la solidarietà genera solidarietà, in un circolo virtuoso", ha concluso don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.

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