sabato 13 maggio 2017
Braccio di ferro con le autorità: restano «isolate» le aree di Shan e Kachin e Rakhine dove vivono i Rohingya. Chiesto l’intervento di Suu Kyi
La Croce Rissa ha chiesto alla leader del governo, Aung San Suu Kyi, di svolgere un ruolo di mediazione (Epa)

La Croce Rissa ha chiesto alla leader del governo, Aung San Suu Kyi, di svolgere un ruolo di mediazione (Epa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Il Myanmar che poco più di un anno fa ha visto l’inaugurazione del suo primo Parlamento democratico e l’avvio del governo in cui ha un ruolo determinante la Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, conserva diverse aree di conflitto.
Ancora isolate e chiuse agli operatori umanitari sono zone negli Stati Shan e Kachin a Nord e a Est, da cui prosegue la fuga di civili coinvolti negli scontri tra milizie etniche e militari governativi, ma anche quello Rakhine a Nord-Ovest, dove per diverse settimane dallo scorso ottobre l’esercito ha condotto una campagna contro i separatisti di etnia Rohingya che ha fatto però molte vittime tra i civili e visto un gran numero di abusi su donne e bambini documentati da organizzazioni umanitarie e mass media internazionali.
Per questo il presidente della Croce Rossa internazionale, Peter Maurer, ha chiesto al governo birmano di consentire al suo personale di portare soccorso alle popolazioni coinvolte, ma anche ai prigionieri e ai profughi nelle aree finora chiuse. A Maurer, in visita nel Paese dove la prossima settimana incontrerà Aung San Suu Kyi, è stato concesso di visitare zone del Rakhine dove si trovano i campi allestiti già cinque anni fa dalla Croce Rossa per accogliere i musulmani Rohingya in fuga dalle pressioni e violenze dei nazionalisti di fede buddhista, ma non ha avuto accesso alle aree interessate dalle operazioni di sicurezza che hanno avuto anche come conseguenza la fuga di 74mila profughi nel confinante Bangladesh e di altre decine di migliaia in territorio birmano. Anche dopo la fine del regime militare nel 2011, il potere garantito alle forze armate dalla costituzione in vigore è un elemento di instabilità permanente in quanto garantisce loro libertà di azione, vasti interessi nelle zone confinarie e sostanziale immunità.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: