venerdì 7 gennaio 2011
Il ministro degli Esteri Frattini, insieme ai colleghi di Francia, Ungheria e Polonia, ha chiesto all'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, che la questione della persecuzione dei cristiani venga discussa. In partenza per il Cairo un rappresentante del parlamento tedesco. Il richiamo del cardinale Bertone: i copti devono essere «protetti nei loro diritti di espressione e professione religiosa».
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FRATTINIIl ministro degli esteri Franco Frattini ha chiesto all'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, che la questione della persecuzione dei cristiani venga inserita nell'ordine del giorno dell'incontro del 31 gennaio a Bruxelles, chiedendo che si parli di misure concrete da attuare per promuovere il rispetto della libertà di religione e di espressione. È quanto hanno riferito oggi fonti della Farnesina, precisando che la lettera con cui Frattini si è rivolto alla Ashton è stata firmata anche dai ministri degli Esteri di Francia, Ungheria e Polonia.MERKELVolker Kauder, capogruppo parlamentare Cdu/Csu al Bundestag, ha annunciato oggi la sua imminente partenza per l'Egitto per colloqui incentrati sulle violenze ai danni dei Cristiani copti nel paese. Un viaggio che arriva pochi giorni dopo l'impegno assunto dalla Merkel per rafforare le iniziative a tutela delle minoranze cristiane all'estero soggette a violenze. Kauder ha annunciato di voler raccogliere dati e informazioni sui Copti e altri fedeli cristiani e nel corso della sua visita - che avrà inizio domani e proseguirà domenica - avrà incontri con esponenti del governo egiziano e leader musulmani. Ad accompagnarlo altri due esponenti della Cdu che seguono questioni relative ai diritti umani e religiosi."Cercheremo di esplorare le vie attraverso cui è possibile arrivare ad una coesistenza pacifica delle diverse religioni", ha dichiarato. "I cristiani sono attualmente il gruppo religioso confrontato alla più grosse minacce a livello globale. Chi non può praticare il proprio culto senza paura ha bisogno del nostro sostegno".SARKOZYAnche il presidente francese, Nicolas Sarkozy, scende in campo a difesa delle comunità cristiane in Medioriente, scosse dai recenti attentati ad Alessandria d'Egitto e a Baghdad. "Non possiamo accettare quello che appare sempre di più come un piano particolarmente perverso di epurazione in Medioriente, epurazione religiosa", ha affermato Sarkozy in un discorso di inizio anno davanti ai leader religiosi del Paese, ai quali si è unito il rappresentante dei copti in Francia, Girguis Lucas."In Iraq e in Egitto i cristiani sono a casa loro e lo sono da più di 2000 anni - ha proseguito l'inquilino dell'Eliseo - Non possiamo tollerare che questa diversità culturale e religiosa, che è la norma nella maggior parte dei paesi occidentali, scompaia in questa parte del mondo". Commentando poi un sondaggio Ifo-Le Monde secondo cui il 42% dei francesi considera gli islamici come "una minaccia", Sarkozy si è detto "preoccupato", evidenziando la necessità di "combattere questa reazione irrazionale con la mutua conoscenza e la comprensione dell'altro". "L'Islam non ha nulla a che vedere con questo folle odio contro ebrei e i cristiani", ha rimarcato il presidente, chiedendo di "essere fermi" nella condanna contro i recenti attentati.Parlando del suo Paese, Sarkozy ha affermato che "ciascuno in Francia deve poter pregare il Dio che vuole nella pace e nella sicurezza. La preghiera non fa rumore, non dà fastidio e non aggredisce nessuno. Nel momento in cui viene minacciata la libertà di culto è lo stesso edificio della democrazia ad essere minacciato".BERTONEI cristiani copti devono essere "protetti nei loro diritti di espressione e professione religiosa dai governi interessati e dalla solidarietà degli altri Paesi del mondo", in particolare quelli che "fondano la loro convivenza sul rispetto e la promozione dei diritti umani, senza distinzione di razza e di religione".Il cardinale Bertone, segretario di Stato vaticano, ha manifestato la sua vicinanza ai cristiani copti al termine della visita compiuta stamane alle Domus Romanae sita sotto Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, accolto dal presidente Nicola Zingaretti. BOUTROS-GHALIL'attacco del 31 dicembre aveva come obiettivo non solo i copti ma tutti gli egiziani, mirava a creare una falla tra le due comunità per sfruttare le tendenze estremiste. Ma in realtà questa fiammata di violenza ha riavvicinato i cristiani e i musulmani, e l'ondata di conservatorismo che ha invaso l'Egitto è una tendenza estranea al paese.Ne è convinto Youssef Boutros-Ghali, ministro delle finanze egiziano - di una delle grandi famiglie copte d'Egitto e nipote dell'ex segretario generale delle Nazioni unite, Boutros Boutros-Ghali - che in un'intervista a Le Figaro minimizza i problemi dei copti. "Le due comunità sanno bene che il futuro del paese dipende dalla sua coesione che con alti e bassi è stata mantenuta da 14 secoli. La collera dei copti è normale", dice. Ammette che esistOno problemi di emarginazione dei copti e afferma che la minoranza più importante del paese sarà la prima a beneficiare delle nuove leggi sulla cittadinanza.Assicura che sarà avviata una nuova rilettura dei testi scolastici per eliminare tutti i passaggi "negativi" per i copti ma anche per le donne, e per quanto riguarda la costruzione di chiese "si sta elaborando una legge su tutti i luoghi di culto". In quanto al fatto che su 508 deputati solo tre siano copti (più sette nominati dal presidente), Boutros-Ghali risponde che prima ce ne era uno solo (lui stesso), da novembre tre eletti nelle legislative, e la prossima volta "saranno dieci. Non abbastanza ma il numero aumenterà", assicura. Gli egiziani "non sono estremisti - ribadisce - l'ondata di conservatorismo viene da fuori, abbiamo importato una corrente estranea al nostro paese e ne subiamo le conseguenze".
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