sabato 7 marzo 2015
​Intanto circa 200 persone catturare dei terroristi e poi rilasciate stanno cercando di mettersi al sicuro. E i profughi aumentano sempre più.
In Francia prosegue la mobilitazione per salvare i cristiani d'Oriente
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La guerra infuria nella zona occupta dallo Stato islamico (Is o Isis). E i cristiani sono sempre nel mirino dei terroristi. Uomini dell’Is hanno attaccato una serie di villaggi cristiani nel nordest della Siria, vicino alla città di Tal Tamar, lungo il fiume Khabur, dando vita a pesanti scontri con miliziani curdi ed i loro alleati locali. Un leader militare assiro ha rivelato all’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra che gli ostaggi assiri sequestrati circa due settimane fa dallo Stato islamico in un assalto contro alcuni villaggi cristiani nel nordest della Siria «sono stati liberati». Gli ex ostaggi non hanno ancora raggiunto le aree fuori dal controllo dei miliziani estremisti, ha aggiunto la fonte dell’Osservatorio, che non precisa se l’intero gruppo di ostaggi, circa 200 persone, sia stato liberato. Nei giorni scorsi, l’Is ha liberato 24 cittadini cristiani che erano stati rapiti dai villaggi assiri che sorgono sulle rive del fiume Khabur negli attacchi del 23 e 24 febbraio. Ieri almeno diciassette nuovi raid aerei sono stati condotti contro postazioni jihadiste, tra Siria e Iraq. Prese di mira le aree intorno a Mosul, Tal Afar, Kirkuk al nord e Falluja all’ovest. Tutti intorno a Kobane gli obiettivi siriani, tra cui un nido di mitragliatrici pesanti. Tutti gli aerei, secondo fonti del comando congiunto alleato di Washington, hanno completato le rispettive missioni e sono poi regolarmente rientrati alla base. Infine il dramma dei profughi. Secondo i dati resi noti dalla Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa in occasione della Giornata della Donna, tra gli 8 milioni di profughi, la metà è donna e di esse mezzo milione apettano un bambino, molte delle quali non hanno accesso a servizi sanitari adeguati. Il Servizio per i Migranti ed i rifugiati della Conferenza episcopale degli Stati Uniti si appella la mondo perché finalmente agisca.
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