sabato 15 ottobre 2016
«Cacciati perché cristiani, c'è un debito verso questi profughi»
COMMENTA E CONDIVIDI

Sono venuto a confermarvi la nostra vicinanza, fatta di preghiera, di ammirazione grata e di aiuto solidale». Monsignor Nunzio Galantino ha concluso ieri la visita che da martedì l’ha portato in Giordania, rinnovando l’impegno della Chiesa italiana che già lo scorso anno aveva permesso a 1.400 ragazzi iracheni cacciati in quanto cristiani – di tornare sui banchi di scuola.Il progetto formativo contribuisce a dare stabilità alle famiglie e, quindi, alla presenza cristiana in Medio Oriente. Finanziato con i fondi 8 per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, vede il coinvolgimento della Nunziatura apostolica di Giordania, in accordo con il Patriarcato latino.«Sentivo doveroso ritornare – spiega Galantino – essenzialmente per ribadire la prossimità della nostra Chiesa a quanti fuggono dalla violenza della guerra e della persecuzione. Le storie di tanti profughi testimoniano il dramma e, nel contempo, la forza della loro fede: siamo debitori verso questi fratelli, per cui la loro vicenda deve starci davvero a cuore».Uno dei momenti più toccanti è stata la visita al campo profughi di Zaatari, che ospita oltre 80mila rifugiati siriani: «Sono rimasto impressionato non soltanto per le sue dimensioni – osserva il segretario generale – ma anche perché, parlando con gli operatori che lo gestiscono, ho capito che a breve non c’è alcuna prospettiva di smantellarlo: sarà ancora lunga la crisi che l’ha generato».Significative anche le visite nelle case di qualche famiglia povera e l’incontro con realtà sostenute dalla Caritas, dalla «Mensa della Misericordia» – inaugurata in occasione dell’Anno Santo – a progetti come «Rafedin», volto a dare un’opportunità lavorativa a una ventina di giovani irachene, grazie al coinvolgimento di alcune sarte volontarie di Cerignola: «Iniziative come questa – ha commentato monsignor Galantino, rivolgendosi alle ragazze – vi permettono di cominciare a pensare al futuro, che vi auguro possa realizzarsi con un ritorno alla vostra patria».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: