giovedì 21 ottobre 2021
Il direttore sanitario Robert Zulu: «Immunizzato solo il 3,5% della popolazione». La petizione di Amref Health Africa: «Servono donazioni, i Paesi ricchi non accumulino più scorte di dosi»
Un appello dallo Zambia: «In Africa servono più vaccini»

Una situazione altamente complicata, che risente drammaticamente dalla mancanza di vaccini. Robert Zulu, direttore provinciale della sanità in Zambia, testimonia in questa intervista il difficile scenario non solo del suo Paese ma dell’Africa intera, dove solo il 3,5% della popolazione è stato finora vaccinato contro il Covid-19. Una situazione che, come denunciato oggi anche da esperti dell’Oms, rischia di tramutarsi in una condanna: anche nel 2022 la situazione della pandemia in Africa non cambierà, con conseguenze economiche e sociali.

Zulu riassume efficacemente quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo, con le tre ondate pandemiche che hanno investito l’Africa. A iniziare dalla prima, quando molto diffuso era anche il negazionismo. Poi l’aumento dei casi e dei morti, l’emergere di varianti, le strutture sanitarie al collasso, fino alla carenza di ossigeno, in un continente dalle strutture sanitarie già precarie. Mentre l’economia informale subiva un tracollo, spiega Zulu nell’intervista, si diffondevano nelle comunità locali anche le fake news nei confronti dei vaccini.

Dopo aver ringraziato l’Ong Amref Health Africa per il lavoro svolto a sostegno delle comunità locali, il direttore sanitario sottolinea che ora, quando qualche lotto di vaccini si rende disponibile, la gente accorre per poter accedere all’immunizzazione, anche se le dosi sono veramente poche. E ribadisce anche la necessità di avere sempre forniture di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, per far sentire al sicuro sia i pazienti che gli operatori sanitari.

Di recente Amref Health Africa ha lanciato una petizione internazionale, sottolineando che “le vaccinazioni Covid-19 in Africa non possono avvenire attraverso prestiti ma attraverso meccanismi di solidarietà internazionali. La salute, proprio come la mitigazione dei cambiamenti climatici, è un bene pubblico globale”. Secondo l’Ong bisogna “porre fine all’ingiustizia: i Paesi ricchi non devono più accumulare scorte di vaccini, ma insieme alle industrie farmaceutiche dare la priorità e accelerare gli impegni presi nei confronti di Covax e dell'African Vaccine Acquisition Task Team (AVATT) dando a questi meccanismi la possibilità di andare avanti nelle consegne”.

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