sabato 1 febbraio 2020
La Ue ha già fatto partire per Pechino 12 tonnellate di di equipaggiamento sanitario. Aumentano le morti ma anche le guarigioni
Medici  al lavoro nella città cinese di Wuhan, epicentro dell’epidemia

Medici al lavoro nella città cinese di Wuhan, epicentro dell’epidemia - (Ansa/Epa)

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Luci o ombre. Le luci: il numero di guarigioni registrate. Le ombre: il nuovo picco di morti e di contagi a Wuhan. In questa altalena di speranza e allarme è trascorso un nuovo giorno di “ordinaria” epidemia da coronavirus in Cina. I dati catturano una situazione a due facce, complessa, ancora lontana da una definizione. Tutto questo mentre si profila una possibile, nuova, emergenza: casi di virus H5N1 dell’aviaria sono stati rilevati a Shaoyang, provincia dell’Hunan (confinante con l’Huberi), con circa 4.500 polli infettati. Circa 20mila i capi già abbattuti.

Gli ultimi dati pubblicati dalle autorità di Pechino, segnano il record di pazienti guariti (e quindi dimessi) dal coronavirus della polmonite di Wuhan: in un solo giorno 72 sono usciti dall’ospedale e adesso sono in tutto 243 le persone che hanno superato la malattia e sono tornate a casa. Allo stesso, come scrive il South China Morning Post, è stato raggiunto un nuovo picco nelle morti e nei nuovi contagi nella provincia di Hubei, rispettivamente 45 (33 nel capoluogo Wuhan) e 1.347.

In totale le vittime sono 259, 12mila i contagi. Secondo uno studio condotto da un team di scienziati dell’Università di Hong Kong, fino a 75.815 persone potrebbero essere state infettate dal nuovo coronavirus nella sola Wuhan. La ricerca, pubblicata sulla rivista The Lancet, si basa sul presupposto che ogni persona infetta avrebbe potuto trasmettere il virus ad altri “2,68”, valore che misura una sorta di coefficiente di contagio.

Misure rigidissime sono state imposte nella città di Huanggang, 7,4 milioni di abitanti: è la prima città nella provincia che ha imposto rigide restrizione agli abitanti ad uscire dalle proprie case: a un solo membro di ogni famiglia è permesso di acquistare generi di prima necessità, ogni due giorni.

Il contagio si è diffuso in tutte le 31 province e regioni autonome della Cina. Il gigante è fermo. Ultima misura è lo stop ai matrimoni. Dopo lo scontro con gli Usa, accusata dalla Cina di “speculare” sulla crisi, Pechino ha scelto di chiudere aiuto all’Europa. Il premier cinese Li Keqiang ha chiesto alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen di aiutare e favorire gli approvvigionamenti di forniture mediche più urgenti dai Paesi membri Ue. Richiesta formalizzata dall’ambasciatore cinese a Bruxelles. Già in viaggio verso la Cina, 12 tonnellate di di equipaggiamento medico.

Il virus è ormai presente in 22 Paesi. Confermato l’ottavo caso negli Usa e altrettanti in Germania. Il Vietnam ha sospeso tutti i voli da e per la Cina. La Gran Bretagna ha deciso il ritiro «temporaneo» di alcuni dei propri diplomatici nel gigante asiatico. E mentre si registrano i primi caso in Svezia e in Spagna, la Thailandia registra il suo primo contagio da uomo a uomo, anche Air New Zealand e la compagnia di bandiera australiana Qantas hanno annunciano la sospensione dei voli da e per la Cina. Vietato l’ingresso ai visitatori cinesi.

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