martedì 18 febbraio 2020
Ucciso dal virus il direttore di un ospedale di Wuhan. In Cina circa 2.000 operatori sanitari infettati: tra loro si contano numerose vittime
Personale sanitario e una paziente in un ospedale di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei

Personale sanitario e una paziente in un ospedale di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei - Ansa

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Il nuovo coronavirus non ha risparmiato il direttore di un ospedale di Wuhan, epicentro dell'epidemia in Cina. Il dottor Liu Zhiming, deceduto nella notte, aveva preso parte alla battaglia contro il nuovo virus fin dall'inizio, portando «un importante contributo nel lavoro di contrasto e controllo» dell'epidemia, dice una nota ufficiale. La notizia, diffusa ieri sera e poi smentita, viene confermata stamani.

A dare la notizia è Il Quotidiano del Popolo, gestito dallo Stato: il dottor Liu Zhiming, neurochirurgo di 50 anni alla guida dell'ospedale di Wuchang a Wuhan, è morto a causa delle conseguenze della COVID-19. È il primo direttore d'ospedale a soccombere alla malattia. L'ospedale di Wuchang è uno dei centri medici specificamente designati per la cura dei pazienti del COVID-19 a Wuhan, ed è in quarantena dal 23 gennaio.

Sono circa 2.000 gli operatori sanitari cinesi infettati dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2 e molti di loro sono morti, tra cui il dottor Li Wenliang, il medico che per primo cercò di avvertire i colleghi di una possibile nuova malattia e che fu rimproverato dalle autorità per «aver diffuso chiacchiere».

Finora, COVID-19 ha causato almeno 1.875 morti in tutto il mondo, di cui 1.868 sono state certificate nella Cina continentale, dove sono state segnalate anche 73.337 infezioni (circa il 99% dei casi globali).

I sintomi della nuova malattia sono in molti casi simili a quelli di un raffreddore, ma possono essere accompagnati da febbre e stanchezza, tosse secca e dispnea (difficoltà di respirazione).

Giappone, altri 88 contagiati sulla nave. Anche un italiano

Sono stati trovati altri 88 nuovi casi di coronavirus fra le persone a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera ferma al largo del Giappone. Anche un italiano è tra i contagiati, informa la Protezione civile. Quasi 500 passeggeri sono stati portati in ospedale, mentre gli Stati Uniti hanno evacuato gli oltre 300 con passaporto Usa. A bordo restano circa 2.800 persone (erano 3.700), compresi 1.100 membri dell'equipaggio tra cui il comandante italiano Gennaro Arma.

Domani, informano le autorità nipponiche, comincerà lo sbarco dei passeggeri negativi al coronavirus. Saranno circa 500 coloro che domani lasceranno la nave. Il processo di sbarco si completerà entro tre giorni.

Pronta l'evacuazione degli italiani: restano il comandante e altri 11

Gli italiani sono 34: dieci turisti e 24 membri dell'equipaggio: per 22 di loro è previsto il rimpatrio con un volo che partirà forse già domani da Roma. Sulla nave resterà il comandante con 11 suoi stretti collaboratori. Un altro italiano, risultato positivo al virus, è stato evacuato negli Stati Uniti dove risiede con la moglie americana. «In queste ore il lavoro del tavolo, in stretta collaborazione con i ministeri degli Affari Esteri, della Salute e della Difesa, si sta concentrando sulle operazioni necessarie per il rimpatrio dei cittadini italiani attualmente imbarcati sulla nave da crociera Diamond Princess» informa la Protezione civile.

«Ci sarà bisogno di 14 giorni di quarantena per gli italiani della Diamond Princess che rientrano» ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite del programma Agorà su Rai 3. «La nave al largo del Giappone è ormai uno dei luoghi del mondo con la più alta diffusione di questo virus. Le procedure messe in campo su quelle nave le rispettiamo - ha affermato il ministro - ma riteniamo che per una questione di maggiore sicurezza sia comunque indispensabile una fase di quarantena per questi connazionali una volta rientrati in Italia. Penso che questo sia giusto e in linea con l'impostazione che l'Italia si è data. Abbiamo scelto fin dal primo momento un criterio di massima precauzione».

Dei 5 italiani sulla nave in Cambogia uno è ora a Sanremo

Sono stati individuati i 5 italiani che viaggiavano sulla nave da crociera americana Westerdam, fatta sbarcare in Cambogia senza particolari controlli e a bordo della c'era una donna americana di 83 anni poi trovata positiva al virus. Sono tutti sotto controllo. Lo afferma il ministero della Salute. Dei cinque italiani a bordo, uno è rientrato in Italia ed è monitorato costantemente dalle autorità sanitarie locali. Non presenta sintomi ed è in isolamento domiciliare volontario nella sua abitazione a Sanremo di dove è originario.

"Sono stati applicati tutti i protocolli del Ministero della Salute, la persona è sotto sorveglianza, ma non presenta i sintomi del coronavirus". Lo dichiara il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, che oggi è
stato chiamato dalla Asl per essere informato del caso. "L'Asl mi ha informato che non c'è alcun pericolo, ma resta sotto osservazione", ha aggiunto il primo cittadino.

Un altro è rientrato in Germania, senza sintomi. È in isolamento volontario domiciliare, monitorato. Nella stessa condizione il terzo italiano rientrato direttamente in Slovacchia. Gli ultimi due, italo-brasiliani, sono ancora a bordo. Le persone autorizzate a sbarcare negli ultimi tre giorni, precisano le autorità cambogiane, sono state 1.010 su un totale di 2.257.

Migliora la coppia cinese in terapia intensiva a Roma

«La coppia di cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan continua a essere ricoverata nella terapia intensiva del nostro Istituto. Le loro condizioni continuano il progressivo e costante miglioramento, in particolar modo il maschio». È quanto si legge in una nota dell'Istituto di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

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