lunedì 16 febbraio 2015
Lo ha dichiarato la premier. Omar Abdel Hamid El-Hussein, 22 anni, pregiudicato, è stato ucciso dalla polizia. Aveva sparato contro caffè e sinagoga: 2 morti e 5 feriti.
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La premier danese Helle Thorning-Shmidt ha detto che niente indica che il giovane che domenica ha attaccato a Copenaghen un dibattito sulla libertà di espressione e una sinagoga facesse parte di una cellula più ampia. La scelta degli obiettivi lascia tuttavia pensare che si sia trattato di un atto di terrorismo, ha aggiunto.La polizia danese ha confermato l'arresto di due persone in relazione al doppio attentato.Danese di origini arabe, 22 anni con precedenti penali e già noto all'intelligence. È l'identikit del killer di Copenaghen, che potrebbe essersi ispirato tragicamente alle stragi di Parigi e alla propaganda anti- occidentale dell'Is, senza avere però un passato da "foreign fighter". Il giorno dopo il doppio attentato a un convegno sulla libertà espressione e a una sinagoga nella capitale danese, che ha provocato due morti tra i civili e cinque agenti feriti, l'attenzione degli inquirenti si concentra sulle modalità e il movente del killer, identificato come Omar Abdel Hamid El-Hussein. "La minaccia terroristica è seria", ha sottolineato il direttore dell'intelligence Jens Madsen, spiegando che il giovane killer potrebbe essere legato al radicalismo islamico e che "possa essersi ispirato dagli eventi di Parigi e dal materiale diffuso dall'Isis". Rispetto agli attentatori di Parigi, però, non ci sono elementi per pensare che si sia recato in Iraq o Siria per addestrarsi e combattere al fianco dei jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico.    Nel frattempo, la polizia ha avviato diverse operazioni per verificare se abbia agito da solo, anche se i media locali hanno riferito di due arresti in un internet café di Norrebro, il quartiere dove il giovane è stato ucciso dalla polizia, che lo aveva rintracciato dopo una corsa in taxi. E si delineano meglio anche i contorni della vicenda. Il giovane, di corporatura atletica, abiti scuri e una sciarpa che gli copriva il volto, ha fatto irruzione in un edificio dove si ricordava la strage del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, probabilmente per uccidere il vignettista svedese Lars Vilks, in passato minacciato di morte per avere pubblicato una vignetta su Maometto. Le persone all'interno hanno riferito di aver sentito le sue urla in arabo seguite da una raffica di arma automatica. La strage è stata evitata perché la polizia proteggeva il convegno, che si teneva in un'altra sala. Ma tre agenti sono rimasti feriti e un civile, un regista 55enne, è rimasto ucciso, prima che il killer riuscisse a dileguarsi, prima in macchina, e poi in taxi, e colpire poche ore dopo la sinagoga, dove ha ucciso un custode ebreo 37enne e ferito altri due poliziotti. Il giorno dopo l'attentato, intanto, la fin qui tranquilla Copenaghen piange le sue vittime e scopre di avere paura del terrorismo, come Parigi, Londra, Madrid, che hanno pagato il prezzo più alto in termini di vittime negli ultimi anni. "Abbiamo vissuto ore che non dimenticheremo mai", ha detto il primo ministro Helle Thorning-Schmidt, sottolineando che "ci sono forze che vogliono male alla Danimarca e vogliono condannare la nostra libertà di parola". E a Copenaghen, in segno di solidarietà, è arrivato il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve. E il presidente Francois Hollande - in visita all'ambasciata danese - ha parlato di "collegamento" tra Copenaghen e Parigi per "colpire quello che siamo, quello che rappresentiamo, i valori della libertà, del diritto, della protezione di chiunque a prescindere dalla sua religione".    Da Israele il premier Benyamin Netanyahu ha lanciato un nuovo allarme antisemitismo, avvertendo che in "Europa si viene ancora uccisi soltanto perché ebrei", e rivolgendosi agli ebrei di Europa li ha inviati a "tornare a casa", come aveva già fatto all'indomani della strage a Charlie . Alla sinagoga, oggi, centinaia di persone hanno deposto fiori per le vittime e anche palloni di basket, in ricordo della guardia uccisa che aveva una grande passione per questo sport. I sentimenti delle persone convenute erano un misto di tristezza e rabbia per doversi sentire costretti ad essere protetti, semplicemente per praticare la propria religione. Un clima reso ancora più pesante dalla notizia sulla profanazione di diverse centinaia di tombe nel cimitero ebraico di Sarre-Union, nel Basso Reno, in Francia.
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