giovedì 4 aprile 2013
​Una fuga di notizie mondiale sui paradisi fiscali e su chi vi fa ricorso per nascondere enormi somme di denaro. Le informazioni sono state raccolte dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). Secondo le prime rivelazioni 130mila persone da 170 Paesi che possiedono o gestiscono 122mila società off-shore. 
Coinvolti anche duecento italiani, ecco i nomi
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I nomi di migliaia di titolari di un conto offshore segreto sono stati rivelati in seguito alla diffusione di duemila documenti provenienti dalle Isole vergini britanniche, un paradiso fiscale. E' quanto riporta il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung nell'odierna prima pagina. Una fuga di notizie mondiale (che farà tornare attuale il vocabolo inglese «leak», che significa fuoriuscita) sui paradisi fiscali e su chi vi fa ricorso per nascondere enormi somme di denaro. Si parla di migliaia di miliardi di dollari tenuti al sicuro dal fisco. Una gigantesca massa di dati – per la precisione 260 gigabyte, con 2,5 milioni di file e i nomi di oltre 130mila persone provenienti da 170 paesi che gestiscono, possiedono, o traggono profitti dalle 122mila società off-shore contenute nel materiale. Come sedi ci sono i più classici paradisi fiscali, dalle Cayman alle Isole Vergini e le Isole Cook, ma anche la Svizzera (con 300 persone fisiche e 70 società coinvolte) e Cipro. A darne notizia quest'oggi sono stati tra gli altri il quotidiano britannico The Guardian, l'americano Washington Post, il francese Le Monde, lo svizzero Sonntagszeitung e il già citato tedesco Süddeutsche Zeitung . «Le informazioni sono state raccolte - si legge sul quotidiano di Monaco - grazie alla collaborazione tra l’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), ossia il Consorzio di giornalisti investigativi, che ha sede a Washington e un gruppo di quotidiani di tutto il mondo. I risultati dell’analisi dei documenti saranno comunicati nel corso della settimana». Tra i personaggi di spicco coinvolti ci sono il tesoriere della campagna di François Hollande, Jean-Jacques Augier, il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, la moglie del vicepremier russo Igor Shuvalov, la figlia dell’ex presidente delle filippine Maria Imelda Marcos Manotoc e l'uomo d’affari tedesco Gunter Sachs. Da quanto è stato pubblicato finora dai quotidiani internazionali, nel primo elenco di 130mila correntisti si contano 4mila americani, 200 italiani e molti altri dal Azerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada e Mongolia. E tra loro anche Jean-Jacques Augier, tesoriere della campagna presidenziale dell’inquilino dell’Eliseo François Hollande.E le prime ripercussioni politiche si sono già manifestate in Francia, ancora nel pieno dello scandalo che riguarda Jérôme Cahuzac, l’ex ministro del Bilancio dimessosi il 19 marzo scorso, dopo essere stato accusato di aver evaso le tasse attraverso un conto bancario in Svizzera, non dichiarato al fisco. Un'altra tegola è caduta oggi sulla testa del presidente Francois Hollande. Secondo quanto ha pubblicato oggi Le Monde, Jean-Jacques Augier, 59enne uomo d'affari francese che è stato il tesoriere della campagna elettorale di Hollande nel 2012, risultata essere titolare di due società offshore alle Cayman, il paradiso fiscale nei Caraibi.Imbarazzato, Augier ha confermato al quotidiano francese l'esistenza di queste due società, ma ha affermato di «non avere un conto personale o investimenti personali diretti» nel paradiso fiscale. E ha spieagto di aver investito in queste società tramite la mediazione della filiale cinese di Eurone, la Capital Concorde Limited. «Non c'è niente di illegale», ha detto ancora. Sotto inchiesta anche gli investimenti offshore della Grecia: 103 le società su cui ora Atene vuole fare luce. Tra queste anche quelle create da John Paul Papanicolaou, che nel 2000 acquistò il Christina O, lo yacht di superlusso che ospitò John F. Kennedy, Marylin Monroe, Winston Churchill, Maria Callas, e dove, nel 1968, si celebrò il matrimonio tra il magnate Aristotele Onassis - allora proprietario dell'imbarcazione - e Jacqueline Kennedy, rimasta vedova dopo l'assassinio del presidente Usa, giusto 50 anni fa a Dallas. «Ci saranno conseguenze» per i paradisi fiscali «che accettano o nascondono» i proventi dell'evasione fiscale, che «ogni anno nella Ue arriva a 1.000 miliardi l'anno», è la promessa del portavoce della Commissione europea, Olivier Bailly.
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